Venerdì 11 aprile (1975): la strage della Flobert e il ricordo di Sciascià
Venerdì 11 aprile 1975, alle 13,25, una terribile esplosione distrugge la Flobert, una fabbrica che produce proiettili per armi giocattolo e fuochi d’artificio, situata alla contrada Romani a Sant’Anastasia. Siamo alle pendici del Monte Somma, nel Vesuviano. La canzone contro le morti bianche è degli Zezi. Il gruppo operaio di Pomigliano d’Arco innesta sulla tradizione folclorica temi e ritmi delle lotte operaie e sociali degli anni Settanta. Di lì a poco nascerà un nuovo gruppo di combat folk, animato da “Sciascià”, l’autore del testo della Flobert.
SciaScià e le Nacchere rosse
È l’estate del 1975, come ricorda il blog della Nuove Nacchere rosse:
Nello stabilimento dell’Alfa Romeo di Pomigliano d’Arco il fermento politico si alterna alle feste popolari al ritmo delle tammurriate. Ben presto attorno alla figura di Salvatore Alfuso, detto Sciascià, si organizza un collettivo formato da compagni di fabbrica, studenti e disoccupati: l’idea è riscrivere, al ritmo di nacchere e tammorre, canzoni che parlano di lavoro e della voglia di cambiare il mondo. Dopo tante riunioni attorno al focolare e con i bicchieri di vino sempre pieni, il collettivo sceglie il nome “Nacchere Rosse”. Il gruppo interviene nelle fabbriche, nelle scuole e nelle piazze assumendo posizioni forti contro il potere, con spettacoli fatti di canzoni e teatro satirico. Nel 1981, per una malattia, Sciascià esce per sempre dal gruppo lasciando un vuoto incolmabile.
Due colonne di piede
A proposito della catastrofe della Flobert non privo di interesse è la “narrazione giornalistica”
Due colonne di piede in prima pagina. Nel mio mestiere è meglio non farsi mai mastri. Ma in questo caso è veramente clamorosa la sottovalutazione del desk di Lotta Continua. Fanno a tempo a scrivere che i morti sono saliti a 11 ma non a cambiare l’impaginazione della notizia
La grande spalla della Stampa
Persino la Stampa di Torino dedica alla tragedia una spalla di prima a sei colonne. Una testata cresciuta alla scuola di Benedetti. Un direttore per cui se cadeva un aereo in Pakistan con 150 morti nell’occhiello andava precisato che non c’erano vittime piemontesi
La mezza toppa dell’Unità
L’Unità trova una soluzione grafica brillante. Fermo il diktat politico che impone di dare il titolo a 9 colonne alla riunione del Comitato centrale del partito in vista delle elezioni di giugno, piazza comunque una spalla attaccata al titolo di testa a sei colonne. Resta però il dubbio: come si fa a definire la Flobert una “fabbrica di giocattoli”?
Da autore di canzoni “dalla parte sbagliata”, lasciatemi dire che trovo intensa e commovente questa canzone. Coinvolgente e corale, esprime dolore vero. Ho ascoltato questo documento con partecipazione sincera.