19 ottobre 2007: beffa futurista alla Fontana di Trevi
L’acqua della Fontana di Trevi si colora di rosso. Si tratta di una performance di Graziano Cecchini, artista italiano, che fa parte di un gruppo di avanguardia artistica neo-futurista. È diventato noto per alcune azioni, effettuate in luoghi affollati della città di Roma, volte a sorprendere i presenti creando situazioni bizzarre e inattese.
Per tingere l’acqua della Fontana di Trevi ha usato un colorante a base di anilina. In un video di un impianto di sorveglianza sulla piazza, è stato ripreso l’uomo che gettava un contenitore, insieme ad un volantino contro il mercato globale e il “Festival internazionale del film di Roma”. Dopo le indagini della Digos è stato arrestato e successivamente scarcerato.
Cecchini, è anche ricercatore per il “Laboratorio Letteratura Futurista” curato dall’Associazione Italiana Transumanisti. È inserito dalla casa editrice Taschen nel catalogo “Trespass: Uncommissioned Public Art” (2010), come un’importante e significativa realtà artistica internazionale proprio per la performance realizzata nella Fontana di Trevi.
Così il Messaggero in occasione di un anniversario. Ma vediamo chi è Graziano Cecchini e perché l’establishment politico-culturale romano ce l’ha tanto con lui.
Cresciuto nelle tempeste degli anni ’70, rimasto fedele alle scelte identitarie di allora, tanto da segnalarsi come paladino di una memoria dei martiri irriducibile alle convenienze e alle convenzioni della politica politicante, il brillante autore delle beffe futuriste ha scatenato una canea di ostilità assolutamente immotivate.
Come si fa ad accusarlo di avere rischiato di danneggiare la Fontana di Trevi con una boccetta di anilina in una metropoli in cui i gas di scarico si mangiano letteralmente i marmi della città imperiale? Come si fa a contestare l’accusa di interruzione di pubblico servizio per le palline rotolate a Trinità dei Monti in un Paese in cui i blocchi stradali sono prassi ordinaria (e impunita) di lotta delle comunità contro le ingerenze del Palazzo (dalle quote latte alle discariche dei rifiuti, dal deposito nucleare alle ingiuste sanzioni sportive)? Perché è fascista?
Ma via, un “fascistone” come Ciarrapico è ancora un ras del generone romano. Certo, per il primo colpo straordinario (e pensare che era una scelta di ripiego … ma come insegna Napoleone – o era Berlusconi – il fattore C è importante nella vita) resta il sospetto che non gli si perdoni l’efficacia, cioè la capacità di strappare a Veltroni & Bettini la ribalta mondiale (vedi l’intervista al New York Times) ambita dalla Festa del Cinema. LEGGI TUTTO
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