Dieci anni dopo. Così l’assalto a Freedom Flotilla ha cambiato gli equilibri mediterranei

La pagina di Wikipedia sull’incidente della Freedom Flotilla (9 attivisti filopalestinesi uccisi a fronte di 10 teste di cuoio israeliane ferite) è un clamoroso esempio di quello che gli addetti all’informazione quotidianamente verificano sulla capacità di Israele di controllare ferocemente le narrazioni sul conflitto.

Eppure dieci anni dopo tocca leggere quell’attacco nelle sue conseguenze di medio periodo. E in tutta evidenza sono cambiati gli equilibri. Israele ha infatti perduto il principale alleato sul fianco est, la Turchia

L’incidente della Freedom Flotilla (o incidente della Mavi Marmara) si è verificato il 31 maggio 2010, quando una flottiglia di attivisti pro-palestinesi, conosciuta come la Freedom Flotilla per Gaza, trasportante aiuti umanitari ed altre merci, tra cui un carico di 10.000 tonnellate di calcestruzzo, ha tentato di violare il blocco di Gaza ed è stata intercettata da forze navali israeliane nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo, nell’ambito dell’operazione navale denominata dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) “Operazione Brezza Marina”.
Alcuni giorni prima dell’incidente gli organizzatori avevano preannunciato le proprie intenzioni – non tanto di portare aiuti umanitari quanto piuttosto di forzare il blocco – e l’obiettivo di sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica in favore di Gaza.

Alla notizia il governo di Israele aveva fatto sapere che non avrebbe acconsentito alla violazione del blocco, ed aveva proposto ed organizzato l’accompagnamento delle navi al porto di Ashdod, ed il conseguente trasporto degli aiuti via terra verso Gaza. Cinque delle sei navi sono state abbordate e poste sotto controllo Israeliano senza l’uso della forza. Tuttavia, gli attivisti a bordo dell’imbarcazione più grande della flotta, la MV Mavi Marmara, hanno assalito le forze speciali israeliane Shayetet 13 appena discese sul ponte della nave. Dieci commando israeliani sono rimasti feriti, di cui due gravemente. I soldati israeliani hanno utilizzato le armi solo dopo che le loro vite erano state messe in pericolo e nove attivisti dell’IHH sono stati uccisi dal commando israeliano.

Ci sono state dozzine di feriti e centinaia di arrestati; nei video ad immagine termica diffusi dall’IDF ed in quelli delle telecamere di sicurezza della nave si vedono i soldati scendere dagli elicotteri e calarsi a bordo della nave, ed un numero elevato di persone presenti sulla tolda della nave prepararsi ad aggredirli con bastoni, coltelli, catene e sbarre metalliche. Funzionari israeliani hanno accusato l’IHH di aver inviato un gruppo di attivisti sulla Mavi Marmara per istigare violenze; la IHH ha respinto le accuse. Il 5 giugno una settima nave, la Rachel Corrie, apparentemente battente bandiera irlandese, ha tentato di forzare il blocco; dopo aver rifiutato per quattro volte di seguire le indicazioni della Marina israeliana, è stata abbordata dalle forze israeliane senza incidenti, ed accompagnata al porto di Ashdod. L’incidente ha seriamente compromesso le relazioni tra Turchia e Israele.

Le conseguenze internazionali

L”attacco alla Freedom Flotilla ha significativamente modificato i rapporti e gli equilibri geopolitici nel Mediterraneo e nel vicino Oriente. Ce lo ha spiegato così, ieri, Paolo Torretta, sulla sua pagina facebook

31 maggio 2010. La Freedom Flotilla, composta da sei navi, diretta a Gaza per portare aiuti umanitari ai palestinesi, viene attaccata nelle acque internazionali da forze navali di Israele.I militari israelaini uccidono dieci uomini della Freedom Flottilla, mentre decine di altri vengono feriti.L’assalto alla Freedom Flotilla ha portato alla fine degli stretti rapporti che intercorrevano tra Israele e Turchia. La Corte Penale Internazionale nel 2019 ha ordinato al pubblico ministero di considerare la possibilità di perseguire Israele per l’arrembaggio, costato dieci morti. Il pubblico ministero, dunque, potrebbe decidere di portare Israele in giudizio al tribunale dell’Aia. Questo sarebbe un grave smacco per Israele.Ma il dato politico importante è che dall’episodio del 31 maggio 2010 la Turchia da un lato ha rotto gli stretti legami che aveva con Israele e dall’altro lato ha iniziato la sua lunga marcia di allontanamento dalla Nato.Sí, per sciogliere certi nodi a volte occorre un grande lasso di tempo.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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