I funerali di Stefano e il piccolo mondo antico della fascisteria
Riprendo dalla pagina del gruppo fb Interfaccia una bella testimonianza sui funerali di Stefano Cortini, celebrati stamattina ai Parioli
Mi chiama un ex collega di lavoro da Padova: “Domani sono a Roma. Stefano era mio co…mpagno di Liceo, poi ritrovato su FB, lo stimavo tanto e voglio essere lì a dargli l’estremo saluto. Vieni ?”
Non lo conoscevo di persona, nè ci siamo mai “incontrati” qui, ma la foto mi ispira una naturale simpatia…e poi tutti quei giudizi, unanimemente positivi (compreso il bel ricordo di Ugo Maria Tassinari ) mi convincono a vincere la proverbiale pigrizia
Un po’ prima dell’ora fissata, sono a piazza Euclide, mi divido tra l’omonimo bar e il sagrato della chiesa, ho modo di conoscere alcuni amici fin qui virtuali e poi mi guardo intorno: l’umanità neofascista non finisce mai di incuriosirmi, anche se l’ho frequentata a Bari (tanto), a Roma (abbastanza) a Torino e Trieste (fuggevolmente)
Ci sono ragazzi e anziani (anche più di me) la signora già abbronzata e il tipo pallido ma super tatuato, l’elegantone in Caraceni e quello con pantaloni di mimetica e polo Lacoste-Marocco….. anche se la maggioranza sono in giacca, come ci hanno insegnato si deve essere in queste circostanze
Da una parte, l’affermata giornalista e l’intellettuale ormai sulla cresta dell’onda (che, in ossequio alle sue nuove convinzioni religiose, non si segna al passaggio della salma, ma porta la mano al petto), il candidato sindaco di Casa Pound e il Capogruppo di Fratelli d’Italia, per un’oretta tutti insieme
Sento molto “vicini” certi miei coetanei che so aver vissuto, qui a Roma, la stagione dell’eccidio dei fratelli Mattei, di Mantakas, di Acca Larentia, di “Cremino” dell’assalto a Sommacampagna e di tanto altro ancora. Li guardo con la stessa invidiosa curiosità di quando, negli anni settanta, appena arrivato nella Capitale da Bari, guardavo, ai comizi di Almirante, Gionfrida, orgoglioso del suo moncherino eterno ricordo dell’attacco a Botteghe Oscure
E’ il nostro “piccolo” ma grande, grandissimo modo, al quale appartengo da quasi 50 anni ormai e al quale apparterrò sino alle fine….
Le ragazze (per me saranno sempre gli “angeli del ciclostile”, e non solo…., l’età non conta) al bacio sulla guancia uniscono una carezza sulla spalla, che vuol dire: “Coraggio, noi ci siamo, non abbiamo tradito la consegna !)
Gli uomini si scambiano questa benedetta stretta all’avambraccio, alla quale non riesco ad abituarmi: ma non sarebbe meglio un bel saluto romano ? Fiero, aperto e sincero, lontano un miglio da certe caricature cinematografiche di cui siamo forse vittima
Vado via prima del “Presente”….mi conosco: so che con gli anni corro il rischio di cedere, in certe circostanze alla lacrima, e non sta bene…
Un solo rimpianto: non aver conosciuto il “camerata” Stefano
Giacinto Reale
non ho vergogna a dire che a me la lacrima è scesa e ne sono fiero. Grazie Giacinto
A Stefano da Nocci
Il camerata non è un compagno d’armi o di partito,
Ma un fratello di sangue, di cui si ha piena fiducia.
Il più grande atto di fiducia che un uomo può fare e affidare
La propria vita ad un’altra persona.
Ebbene un camerata.guarda la vita dell’altro camerata
Come fosse la sua, e viceversa ,
Addio Stefano
(leon Degrelle)