Galmozzi: Dalmaviva, Prima Linea e la scolorina

di Enrico Galmozzi
Ci ho pensato molto prima di scrivere questo post ma alla fine mi è sembrato giusto dire che tutti gli interventi che hanno voluto ricordare Mario Dalmaviva sono parte integrante di una rimozione fatale e insieme espressione di un revisionismo storico funzionali alla damnatio memoriae del lottarmatismo e alla sciagurata distinzione fra “area della sovversione sociale” e terrorismo che è servita solo acciocché un intero ceto politico si salvasse il culo.
Tutte le biografie ricostruite parlano di Mario dirigente operaio e di Potere Operaio fino al ’73 e poi come inquisito e vittima della orrenda inquisizione denominata 7 aprile. In mezzo il nulla.
Ma in mezzo c’è stato molto.
Ora, Mario ha subito una lunga carcerazione in seguito ad accuse inesistenti e sbagliate. Questo dipende da due fattori. Il primo fattore è il fumus persecutorio di un pugno di magistrati ispirati dal PCI che ha operato una delirante ricostruzione della storia della sovversione politica in Italia, ma il secondo fattore, mi permetto di ricordarlo con una punta di orgoglio, è che non ci sono stati “pentiti” nel nucleo storico di Prima Linea.
Perchè, a fronte delle ricostruzioni giornalistiche e delle fantasiose attribuzioni del ruolo di capi a personaggi mediaticamente spendibili, Prima Linea nasce a Torino e, a questo punto è giusto dirlo, senza Marione, politicamente, anche se quando avviene la fondazione le strade si separano, non ci sarebbe stata Prima Linea.
Le vite e le biografie di ciascuno sono complesse e ognuno ha il diritto di ricordarne una parte, un segmento, una storia, ma i vari Magnaghi, Giairo Daghini che ne hanno scritto sul Manifesto e altrove si ricordino che noi non siamo stati né figli di puttana né figli di nessuno.
Questo non per fare chiamate di correità, che le responsabilità alla fine sono ben chiare e noi ce le siamo prese tutte.
Ma per la Storia.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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