13.3.79, Bologna. Gatti selvaggi contro la stampa. Rogo uccide Graziella Fava
Un incendio doloso divampa davanti al portone dell’Assostampa, la sede del sindacato dei giornalisti, in via San Giorgio a Bologna, il 13 marzo 1979.
Diverse ore dopo lo spegnimento delle fiamme, al piano superiore accanto all’ascensore è trovata morta, intossicata dal fumo, Graziella Fava, cinquant’anni. Prestava servizio come stiratrice in un appartamento al piano sopra gli uffici attaccati.
Poco tempo dopo altri attentati prendono di mira le abitazioni dei giornalisti Enaide Onofri dell’ “Avanti” e Gian Luigi Degli Esposti del “Resto del Carlino“, che per fortuna rimangono illesi, assieme ai loro famigliari. I gatti selvaggi li accusano di aver mancato di rispetto a Barbara Azzaroni, la compagna caduta il 28 febbraio a Torino e sepolta il 6 marzo a Bologna.
I funerali di Graziella Fava si svolgeranno il 16 marzo in San Petronio in forma solenne. Dopo la cerimonia si formerà un corteo con le massime autorità cittadine, da piazza Maggiore a piazza San Francesco, lungo via Ugo Bassi. Sarà proclamato il lutto cittadino e convocata una manifestazione popolare “per testimoniare la più ferma condanna del terrorismo”.
La rivendicazione dei Gatti selvaggi
Il gruppo dei Gatti Selvaggi rivendicherà le azioni, in memoria dei militanti di Prima Linea Barbara Azzaroni (Carla) e Matteo Caggegi (Charlie), uccisi dalla polizia in un bar di Torino il 28 febbraio, mentre si apprestavano a compiere un attentato.
La Azzaroni era ben conosciuta negli ambienti del Movimento bolognese. Aveva militato in Potere operaio e frequentato le sedi dell’Autonomia. Le indagini sui responsabili della morte di Graziella Fava non porteranno a nessuna conclusione.
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