70 anni fa moriva George Orwell, un genio letterario contro lo stalinismo

Il 21 gennaio di 70 anni fa moriva a Londra a 46 anni George Orwell, pseudonimo Eric Arthur Blair, uno dei piu’ importanti e innovativi scrittori e saggisti del ’900. Nato in India il 25 giugno 1903 da genitori di origine scozzese, si trasferì nel Regno Unito con la madre e le sorelle
nel 1904. A Eastbourne, al St. Cyprian frequentò il college che in ’Such, Such Were the Joys’, saggio autobiografico del 1947, farà maturare in lui un forte complesso d’inferiorita’ per le umiliazioni subite negli anni da parte dei compagni.
Le sue scelte di vita, così come la sua narrativa, saranno sempre influenzate da quanto gli accadde. Ad esempio quando lascio’ la polizia birmana nel 1927 divenne anti-imperialista e
scrisse ’Giorni in Birmania’, quando fu ferito dai franchisti, durante la guerra civile spagnola, sviluppò un forte sentimento anti-fascista. Tornò in Inghilterra e scrisse ’Omaggio alla
Catalogna’ nel 1938 in cui attaccava gli stalinisti spagnoli accusati di aver tradito gli ideali anarchici della Spagna.

In fuga dal dominio dell’uomo sull’uomo

Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nelle milizie territoriali della Home Guard nonostante il rifiuto dell’esercito britannico quando si era offerto volontario per il fronte.
La critica al comunismo, nonostante la Russia di Stalin venisse ai tempi intesa come ancora di salvezza, continuo’ nei suoi due grandi capolavori ’La fattoria degli animali’ del 1945 e ’1984’ del biennio ’46-’48.
Quando abbandono’ la carriera da ispettore di polizia in Birmania sul finire degli anni ’20, Orwell spiegò come i motivi della sua scelta fossero da ricercare nella voglia di “scappare non solo dall’imperialismo ma da qualunque forma di dominio dell’uomo sull’uomo”, come si legge in ’La strada di Wigan Pier’ pubblicato nel 1937. Nello stesso paragrafo motivò in un certo senso il suo stile e la base dei lavori che arriveranno dopo: “Volevo immergermi negli oppressi, essere uno di loro, al loro fianco contro i loro tiranni. Soprattutto, poiché avvertivo la necessita’ di riflettere a fondo in solitudine, ho portato il mio odio per l’oppressione molto, molto lontano”.

La battaglia antistalinista inizia nel 1936

La critica al totalitarismo esplose negli ultimi anni. ’La fattoria degli animali’ e ’1984’, rappresentano due volti della stessa medaglia racchiusa nella spiegazione data nel 1946: “Ogni riga di ogni lavoro serio che ho scritto dal 1936 a questa parte è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e a favore del socialismo democratico, per come lo vedo io”. Per spiegare al meglio la sua visione politica Orwell non utilizzò mai parole complesse. Soprattutto nel romanzo del 1945 in cui i suoi animali si esprimono nel linguaggio tipico di una favola per bambini. Le bestie che si ribellano al padrone dispotico e umano per creare una dittatura capeggiata dai maiali, uguale se non peggiore della precedente, si riassume nel motto “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono piu’ uguali
degli altri”.

Il Grande Fratello

Quando creo’ il Grande Fratello del suo ’1984’ scelse di fare parlare la propaganda del partito in modo lineare per spiegare con pochi slogan cosa volesse davvero dire totalitarismo. Per questo la dittatura del mondo distopico del romanzo usa frasi come “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù” e “L’ignoranza è forza”, perché sono i tre punti
dogmatici di una dittatura espressi nella maniera più chiara e semplice possibile. L’analisi della potenza mediatica nel libro è così lucida che Umberto Eco spiegò: “Orwell ha intuito che nel futuro-presente di cui egli parla si dispiega il potere dei grandi sistemi sovranazionali, e che la logica del potere non è più, come al tempo di Napoleone, la logica di un uomo. Il Grande Fratello serve, perché bisogna pur avere un oggetto d’amore, ma basta che egli sia un’immagine televisiva”.

Perché scrivo, un saggio del 1946

Il suo pensiero è racchiuso in ’Perché scrivo’, saggio dal titolo esplicativo del 1946, dove amplio’ le sue riflessioni sulla scrittura politica che riteneva naturale in quanto andava,
secondo lui, di pari passo con l’arte stessa. “Il desiderio di spingere il mondo in una determinata direzione, di cambiare le opinioni degli altri su quale sia il tipo di società per cui
valga la pena di lottare: ancora una volta, non esiste un libro autenticamente immune da pregiudizi politici. La posizione secondo cui l’arte non dovrebbe aver niente a che fare con la
politica è già una posizione politica” e dunque concludeva: “Più si e’ consapevoli delle proprie inclinazioni politiche, tanto maggiore sara’ la possibilità di agire politicamente
senza sacrificare la propria integrità estetica e intellettuale” anche a costo di auto esiliarsi sulla fredda isola di Jura nelle Ebridi. Era minato dalla tubercolosi e il clima non si confaceva alle sue disperate condizioni di salute, costringendolo a continui ricoveri in sanatorio. Orwell morì per il cedimento di un’arteria polmonare il 21 gennaio 1950 in un ospedale di Londra.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 commento su “70 anni fa moriva George Orwell, un genio letterario contro lo stalinismo

  1. Appunto, un traditore del Socialismo, pronto a belare le cazzate gradite a USA e UK, tassinari…sei ridicolo e penoso.

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