Il saluto della “banda dei quattro” a Gian Carlo Calidori

La bara di Gian Carlo Calidori nella chiesa di Torpignattara

Stamattina a Torpignattara l’ultimo saluto a Gian Carlo Calidori. Io non sono potuto essere presente. Perché -e la circostanza lo avrebbe divertito: – perché l’intervento chirurgico che aspettavo da due mesi me lo hanno fissato l’altro ieri per ieri. Qui sotto alcune parole di commiato della “banda dei quattro” lette durante la cerimonia.

Caro Giancarlo,

te ne sei appena andato e già ci manchi. Ci mancano il tuo sorriso, la tua ironia, le tue battute fulminanti, la tua conoscenza. Ci mancano la tua sensibilità, il tuo coraggio. Ci mancano la tua determinazione e la tua forza, che mai si sono piegate. Ti ha piegato una malattia bastarda, ma non ti avevano piegato la cattiveria e il cinismo di quegli alcuni che hanno incrociato il tuo coraggio, che lo hanno strumentalizzato. Ma ogni tanto i pianeti si allineano, dando vita finalmente a un ordine retto del mondo. Accade raramente, ma quando accade ci si accorge che la vita, nonostante gli sciacalli che ci circondano e sembrano averla vinta, vale sempre la pena di essere vissuta. Tu, Gian Carlo, dietro il fumo della sigaretta, avresti sorriso. E avresti liquidato l’immagine dell’allineamento dei pianeti parlando di “superiore intelligenza delle cose”. E noi avremmo riso con te, come sempre.

“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”, ha scritto Bertolt Brecht. E il nostro è un Paese sventurato, che di eroi continua ad avere bisogno. Tu, Gian Carlo, un eroe lo sei stato: un eroe civile. Il modo in cui tu e Anna, conosciuta nel dolore e che ti è stata a fianco fino all’ultimo, avete affrontato le tragedie che vi hanno toccato, l’intelligenza e la passione con cui le avete trasformate in un dono alla collettività, un dono a tutti noi, questo nostro Paese avrebbe dovuto prenderlo ad esempio. Non lo ha fatto, e pazienza: la superiore intelligenza delle cose si impone raramente. Ma quell’esempio rimane, per noi che ti siamo stati amici e per chiunque vorrà coglierlo.

“Je ne regrette rien”, cantava Edith Piaf. E nulla c’è da rimpiangere, di quel tuo coraggio poco capito. Oggi però rimpiangiamo di non avere avuto più tempo per parlarne ancora con te, bevendoci sopra, guardandoci negli occhi e sorridendo. Perché il nostro incontro con te e con Anna ci ha plasmato, ha mutato il corso delle nostre esistenze. Quegli incontri non rimangono semplicemente nella memoria: sono parte di noi. Le “sliding doors”, tanto tragiche nelle vostre vite, in questo caso hanno funzionato bene.

Cara Anna, il nostro abbraccio è poca cosa in questi giorni di dolore. Ma sai che potrai contarci sempre.

Paolo Morando

Sandro Padula

Paolo Persichetti

Ugo Maria Tassinari

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

2 Comments on “Il saluto della “banda dei quattro” a Gian Carlo Calidori

  1. Egregio Sig. Tassinari,
    mi chiamo Valdo BERTALOT e ho letto quanto scritto circa Mauro DI VITTORIO. Ho conosciuto al Liceo G.Lucilio la sorella Anna mia compagna di classe per tutti i cinque anni. Le chiedo la cortesia di trasmettere il mio email a Anna con preghiera di contattarmi qualora lo ritenesse possibile per lei. La ringrazio per la cortese attenzione e porgo distinti saluti
    VAldo BERTALOT

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