3 maggio 1983: a Roma le Br-Pcc gambizzano il professor Gino Giugni
Il 3 maggio 1983, mentre sta camminando a Roma, il “padre” dello statuto dei lavoratori, il professore socialista Gino Giugni è “gambizzato” da una donna. L’attentato è rivendicato dalle Brigate Rosse, e fu anche il primo di un cambio di strategia da parte dell’organizzazione, nella fase della cosiddetta “ritirata strategica”. Tale nuova strategia, infatti, consisteva non più nel colpire il “cuore” dello Stato attraverso i suoi poliziotti, magistrati o alti dirigenti politici (strategia rivelatasi perdente), bensì nel prendere di mira i cosiddetti “cervelli” dello Stato (come appunto Giugni, ed in seguito Ezio Tarantelli, Massimo D’Antona e Marco Biagi) ossia l’anello di congiunzione tra le istituzioni e il mondo economico.
Il volantino di rivendicazione è un lungo testo di elaborazione della svolta:
Martedì 3 maggio, un nucleo armato della nostra organizzazione ha colpito GINO GIUGNI, culo di pietra dello staff di teste pensanti del “partito della guerra” nel nostro paese. Le nostre intenzioni nei confronti di questo porco erano e sono chiare: LA LIQUIDAZIONE DEL PERSONALE IMPERIALISTA È UN PROBLEMA CHE LA GUERRA DI CLASSE SAPRÀ AFFRONTARE SEMPRE MEGLIO!
Chi è costui e quale progetto rappresenta è presto detto: la sua “Fortuna” in campo nazionale od internazionale se l’è costruita come lucido rappresentante degli interessi della borghesia imperialista nel campo delle diverse strategie di ingabbiamento dell’antagonismo di classe che la borghesia chiama “contrattazione”, ossia conciliabilità (ovviamente dal suo punto di vista!) delle lotte e delle conquiste proletarie dentro un quadro di compatibilità con gli interessi e le esigenze capitalistiche.
Tutto questo nel tentativo di istituzionalizzare e corporativizzare l’antagonismo proletario e ingabbiarlo all’interno della logica sindacale della contrattazione.
Appartenente ai massimi livelli della banda Craxiana, traduttore nella realtà italiana delle politiche imperialiste di ristrutturazione antiproletaria, cervello politico-tecnico al servizio dei vari ministeri economici e più in generale delle politiche economiche dello Stato nei vari governi, rappresenta tutte le tappe, da più di vent’anni a questa parte, percorse dalla borghesia nel tentativo di veicolare secondo le sue esigenze la lotta di classe. LEGGI TUTTO
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