20.1.47, nasce a Genova Giorgio Raiteri il medico dei vicoli
Giorgio Raiteri (Genova, 20 gennaio 1947-3 settembre 2012) è uno dei tanti prigionieri del processo 7 aprile morti prematuramente: Luciano Ferrari Bravo, Augusto Finzi, Guido Bianchini, Franco Tommei, Emilio Vesce, Sandro Serafini, Mario Dalmaviva, Paolo Pozzi, Gianmario Baietta, Antonio Liverani. Medico oncologo, era stato tra gli animatori del COP, il gruppo di medici che si occupava della salute in fabbrica e della nocività delle lavorazioni. Segretario genovese di Potere Operaio, dopo lo strappo di Rosolina è tra i fondatori dell’Autonomia operaia genovese, una realtà debole (Genova è il santuario degli operai professionali egemonizzati dal Pci) molto disomogenea.
La testimonianza di Giorgio Moroni
Nel ’73 decidiamo come sezione di Potere Operaio di Genova di aderire alla posizione negriana di scioglimento del gruppo e aderiamo quindi all’ipotesi dell’Autonomia Operaia: partecipo a Padova al seminario alla facoltà di Scienze Politiche nell’agosto del ’73.
Il gruppo di persone di Genova che partecipano a quel convegno è molto eterogeneo, a riprova della grande fluidità ed anche confusione del periodo: c’è Giorgio Raiteri, già segretario della sezione di PO, medico già all’epoca, che veniva dall’esperienza del COP, un gruppo che si era occupato di nocività, forse il collettivo che aveva fatto l’intervento più tipicamente operaista a Genova negli anni precedenti.
Quei due brigatisti così diversi
C’è Giuliano Naria, allora ancora operaio dell’Ansaldo Meccanico, compagno estremamente sensibile ed intelligente, un vero spirito ribelle, completamente indipendente ma anche molto generoso, uno che aderiva completamente ai progetti ma rimaneva invariabilmente se stesso: quindi, lui era stato prima marxista-leninista, poi in Lotta Continua ma molto vicino al modo di pensare di Potere Operaio, poi è stato per un breve periodo anche nelle Brigate Rosse ma sempre molto vicino al modo di pensare dell’Autonomia Operaia, senza mai lasciarsi coinvolgere in truci esperienze.
Era uno a cui piaceva giocare, cioè faceva molto seriamente tutto ciò a cui era spinto dalla sua passione politica ma senza prendersi troppo sul serio. Nella sua lunga esperienza carceraria avrebbe scritto favole e romanzi; una volta uscito di galera, già minato nel fisico, sarebbe diventato anche giornalista finanziario, l’ultima volta, prima che si ammalasse l’ho incontrato ad un Convegno in Assolombarda a Milano.
E poi c’è Livio Baistrocchi, questa figura misteriosissima di latitante perenne delle Brigate Rosse: è un artista, un pittore, che aderisce a PO subito dopo la sua nascita, con un atteggiamento sicuramente molto estetico nei confronti del conflitto, della militanza. Di lì a poco lui sarebbe entrato nelle BR per essere il protagonista di tutti gli episodi più feroci delle Brigate Rosse a Genova.
La lunga detenzione
Arrestato il 21 dicembre 1979 nel c.d. blitz Fioroni, seconda ondata del processo 7 aprile, Raiteri è scarcerato il 27 aprile 1982 per una grave poliomelite. E’ condannato in primo grado a 4 anni dalla Corte di Assise di Roma al processo 7 aprile, per avere «promosso, costituito, diretto ed organizzato un’associazione politico militare denominata Potere Operaio e altre analoghe associazioni variamente denominate, ma collegate tra loro e riferibili tutte alla cosiddetta Autonomia Operaia Organizzata, miranti a provocare la guerra civile e l’insurrezione armata contro i poteri dello Stato». Verrà assolto dalla Corte di Appello, riprendendo a fare il medico.

Oggi il suo archivio è confluito, con due successive donazioni, nell’Archivio del Movimento di Genova. Oltre ai materiali processuali sono presenti nel fondo documenti riguardanti la nascita di Medicina Democratica in Liguria (1975) e attività politiche sulla medicina di base e del territorio, e vari blocchi di note e appunti manoscritti del donatore sui suoi interessi culturali dell’epoca (narratologia, storia del Calvinismo ecc.).
La disfatta elettorale
Nel 2010 si candida alle elezioni regionali nella lista di un partitello neonato “Gente d’Italia“, che si coalizza con il centrodestra, che candida Biasotti contro il vincitore Burlando, già ministro del governo Prodi. La lista raccoglie lo 0.77%, il dottore appena 5 voti …
Un coccodrillo commosso
Alla sua morte, nel settembre del 2012, sull’edizione locale de la Repubblica di Genova, Donatella D’Alfonso, che ha scritto bei libri sulla banda XX ottobre e l’omicidio di Guido Rossa, ha pubblicato un articolo dal titolo “Addio Raiteri, medico dei vicoli e della passione civile”, dove si legge:
«La sua storia l’aveva portato a scegliere di essere, lui così capace, un semplice medico di base, e proprio nei vicoli, dove più difficili sono le realtà. Tanti, tra chi l’aveva conosciuto anche negli anni della militanza, i suoi pazienti che magari risiedono a Roma, Milano o viaggiano per il mondo: ma per ogni dubbio sulla propria salute sapevano di poter ascoltare al telefono quella voce calda: “ma cosa vuoi avere”».
P.S. A proposito di Giuliano Naria
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Giorgio Moroni parla di Naria echeggiando un suo passaggio rapido nelle Br, quasi accidentale. Forse è il caso di cominciare a scrivere esattamente le cose come sono andate. Non c’è stata nessuna provvisorietà. Naria è staro Br a tutti gli effetti e fino all’ultimo. Ha fondato la colonna genovese, ha partecipato alla rapina di san Martino dove rimase ferito. Al sequestro Casabona in Ansaldo meccanica, aveva rapporti fin dai tempi del sequestro Amerio. Coordinò anche le brigate di fabbrica a Torino prima di essere arrestato per aver incontrato la sua compagna. In carcere fu l’ideatore delle brigate di campo, architetto della rete organizzativa prigioniera. Altro che Franceschini. Partecipò, nel senso che con i romani Piccioni, Seghetti e Ricciardi fu tra gli organizzatori e una delle menti della rivolta di Trani. Discuteva alla pari con Curcio e dopo i molti anni di carcere e il fatto che alla fine contro di lui non c’era granché gli permisero la campagna innocentista. Ma oggi è ora di finirla con quella linea che non corrisponde alla sua storia reale.
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