15 gennaio 2015, muore Giovanni Lo Porto, rapito da Al Qaida, ucciso dagli Usa

Il 15 gennaio 2015 si conclude tragicamente la vita di Giovanni Lo Porto, il blogger e operatore umanitario siciliano rapito in Pakistan da Al Qaida ma ammazzato dallo scellerato attacco di un drone americano. Come il generale Soleimani..
Il rapimento del 2012
Nel gennaio 2012 Giovanni viene rapito da miliziani mentre lavorava presso la Ong tedesca Welt Hunger Hilfe nella città pakistana di Multan, insieme a un collega tedesco, Bernd Muehlenbeck. Muehlenbeck fu poi liberato in Afghanistan. Lo Porto rimase accidentalmente ucciso da un drone statunitense sul confine tra Afghanistan e Pakistan. Era tenuto in ostaggio, da tre anni, insieme all’imprenditore statunitense Warren Weinstein. L’attacco uccise anche gli esponenti di al Qaeda Ahmed Farouq e Adam Yahiye Gadahn, entrambi cittadini statunitensi. Per la sua morte il presidente Obama espresse pubbliche scuse senza però attivarsi per dare giustizia alla vittima della brutalità americana
Il libro di Quirico
La tragica fine di Giovanni Lo Porto è il cuore di Morte di un ragazzo italiano. In memoria di Giovanni Lo Porto pubblicato dall’editore Neri Pozza. Quello di Quirico è un urlo contro imprenditori e teorici del realismo politico, per cui le vite umane sono numeri. Contro il sostanziale silenzio della politica italiana sulla vicenda. Sulla morte atroce del cooperante cresciuto nello Sperone, che lavorava aiutando i pakistani colpiti da inondazioni, non è stata ancora fatta luce. Lo scorso marzo, i legali della famiglia hanno ottenuto il rigetto della richiesta di archiviazione, e sono state disposte indagini suppletive. La rogatoria internazionale dei pm era finita sul muro di gomma del Dipartimento di Giustizia. La magistratura americana non fornì informazioni, non volendo pregiudicare «la sicurezza o altri interessi pubblici essenziali».
Il sangue di un giusto
Quando Quirico – che scrive per La Stampa e oggi è responsabile degli Esteri per il quotidiano di Torino – incontra la madre di Giovanni Lo Porto («Questa Niobe del nostro tempo») e il suo infinito strazio, è stato liberato solo da qualche settimana, dopo una prigionia di cinque mesi in Siria, nel 2013. E si può ancora sperare nella sua liberazione.
Il suo è un viaggio al termine di una notte interiore.
Quirico incontra terroristi e un ex agente speciale, e giunge a una piena consapevolezza. «Americani e terroristi hanno commesso in fondo un delitto insieme, si sono mescolati nell’immolare il sangue di un Giusto!». Matura così un fortissimo sospetto. I miliziani non volevano denaro, ma informazioni in cambio della vita dell’ostaggio palermitano. Stesse circostanze, scoprirà, cucite addosso al suo sequestro. Poi torna a Palermo dalla madre di Giovanni Lo Porto con frammenti di verità e dettagli forse trascurabili. Il ragazzo ucciso per sbaglio dai droni era – amarissimo constatarlo – il piccolo ingranaggio di un grande gioco cinico e melmoso.
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