Giuliano Castellino: uniti in piazza a Primavalle, per Michelle
Lunedì saremo a Primavalle. Alle ore 19!
Un solo appuntamento. Una sola iniziativa.
Nessun distinguo, nessuna divisione.
Romani uniti. Popolo unito.
Per Michelle.
Per i nostri figli.
Per Primavalle.
Per i nostri quartieri.
Non ci saranno destre e sinistre.
Né sigle, né simboli.
Non ci saranno politica, politici e passarelle…
Fiori e lotta per chi ancora crede nel futuro!
Così, con il suo stile rozzo ma efficace da tribuno della plebe nella babele postmoderna, Giuliano Castellino chiama alla mobilitazione di piazza. Ne ha fatto di passi da quando, pochi anni fa, si ergeva a difensore del “popolo di Roma” dagli invasori allogeni. Un attivismo forsennato per cui ha pagato un alto prezzo in termini di libertà personale. Fino al processo ancora in corso per l’assalto alla Cgil dopo il corteo NoPass del 9 ottobre 2021 che ha segnato la sua rottura con Forza Nuova
In realtà c’era stata una prima convocazione, sempre per lunedì, ma alle 18, poi la scelta di non creare divisioni ha determinato il nuovo appuntamento unitario. Sul fomento razziale (il presunto assassino è un italo-cingalese nato a Roma) prevale una colossale chiamata in correità, venata di una sorta di pasoliniana nostalgia per la “sana borgata” di trent’anni fa, dove Castellino bambino è cresciuto:
I giornalisti, sciacalli come sempre, hanno già iniziato a parlare di “famiglia difficile”, “quartiere problematico” e tutto il repertorio delle loro, solite cazzate.
Certo, il “coetaneo” trapiantato in Italia, feroce assassino, sarà indicato a dito, ci mancherebbe, ma le sue pur tremende responsabilità personali non bastano, da sole, a spiegare quanto accaduto.
Chi scrive, è nato e cresciuto a Primavalle, ho trascorso lì gli anni più belli della mia vita, correndo e giocando tra i lotti senza mai correre alcun serio pericolo: eravamo bambini, e da bambini trascorrevamo le nostre giornate, magari circondati da famiglie con difficoltà nel lavoro ed economiche, ma avevamo tutti una mamma ed un papà ed essere figlio unico era una rarità, la prima comitiva erano proprio i fratelli dentro casa.
Anche se suonano ancora certe vecchie corde sensibili, confermando l’assunto che è più facile cambiare posizionamento politico (dalla fascisteria stradaiola al movimentismo antiglobale) che le idee di base:
“BASTA! – conclude Castellino – per Desirée, Pamela, Michelle…
Ripartire dai quartieri abbandonati, dal popolo, anima e cuore della Patria, solo ricostruendone le basi può esserci futuro.
Invitiamo alla mobilitazione tutte le mamme, i padri di famiglia, le famiglie, i precari, i disoccupati, gli studenti; tutti i ribelli e i dissidenti…
Basta destra e sinistra! Basta città militarizzate, libero mercato e immigrazione!
Basta gay pride, gender, e follie green!”
Non più la “sana borgata”.
Giuliano Castellino é un delinquente.
Certo, ha commesso molti reati. Ma parecchi sono comuni con gli insorgenti di “sinistra”