Gli scontri di Roma /4: Tisci e Capotosti difendono Genny, Boccacci e Castellino De Santis

Spesso la stanchezza mi aiuta a pensare meglio. Solo a tarda sera, dopo una giornata frenetica, mi sono reso conto che, ingarellato dalla storia degli scontri di Roma, manco mi sono fermato a esultare per la conquista ufficiale della terza stella. Per fortuna, evidentemente, la mia passione civile e intellettuale è ancora più forte del mio tifo…

Così, dopo aver prodotto il mio personale telegiornale tutto dedicato agli scontri di Roma e contorni e aver reso merito alla campagna di civiltà sportiva e giuridica promossa dal Napolista, ho l’occasione di spiegare come e perché uno con la mia storia matura serie amicizie anche nella fascisteria.

Basta leggere le riflessioni su facebook di due esponenti della (estrema) destra istituzionale. Il primo è quello dell’ex consigliere regionale e segretario potentino del Pdl (ma patutissimo del Napoli) Antonio Tisci:

L’ultima piccola riflessione antropologica sui fatti di Roma, c’è gente che non ha mai messo piede in una curva, gente che non sa nulla di movimenti organizzati di nessun tipo, che non è mai uscito dal suo paese, dal suo bar e dal suo salotto che parla come se sapesse realmente di cosa parla.  Sono notoriamente impopolare e antipatico ma di tutto il circo il più umano mi è sembrato Genny. Si, io sto con Genny e non perché è un ultras del Napoli, ma perché è riuscito a mantenere e tenere la calma in un momento difficilissimo. Sto con Genny perché è uno di quelli che nel carrozzone del calcio non ci guadagna. Forse non parlerà in maniera raffinata. Forse ha parenti scomodo, forse ha la faccia brutta e non legge Shakespeare ma a differenza degli altri mi sembra un essere umano.

La seconda è Roberta Capotosti, l’impopolarissima consigliera provinciale milanese (e milanesissima) che si è distinta in numerose battaglie politicamente scorrette:

Scorro i commenti su fb. Tantissimi a dare addosso a Genny ‘a carogna. Bello non e’ bello. Tifa Napoli ed anche questo non depone a suo favore. Pare essere figlio di un camorrista. Le colpe dei padri non possono e non devono mai ricadere sui figli. Indossa una maglietta “forte” con un messaggio chiaro. Non sono mai stata dalla parte dei vari Raciti. Che un capo ultras tratti con la Polizia non e’ cosa nuova ne’ mi sconvolge. Anzi ci sta proprio. Quella che proprio non ci sta e’ tutta l’ipocrisia che scorre nei tg, sulle pagine dei quotidiani e, ahimè, tra i commenti di tanti, troppi camerati. Ancora una volta scelgo di stare dalla parte dei reietti, perché giocare una partita mentre un “tuo” fratello tifoso fuori ci sta lasciando le penne non solo non e’ giusto, ma fa schifo proprio. E me ne frego se, sugli spalti, c’era Renzi. Non è questo il punto. Il punto sono le scelte liberticide perpetrate in questi anni ai danni del mondo delle tifoserie organizzate, che hanno svuotato gli stadi, ucciso la poesia delle coreografie, dei tamburi, delle bandiere, dei cori, esasperato gli animi. Ed ora tutti di nuovo a parlare di daspo a vita. Con buona pace dei perbenisti che hanno consegnato alla paytv e alle oligarchie di pochi un patrimonio ed un diritto di tutti. Morro’ pecora nera e dalla parte di Genny ‘a carogna, lasciato solo per accodarsi al gregge dei benpensanti.

Gli ultras romanisti di destra, a loro volta, difendono con decisione, Daniele De Santis, in un pezzo di Fabrizio Caccia del Corriere della Sera e si dicono stupiti della sparatoria:

Ora dicono tutti: «Con lo stadio Daniele aveva chiuso almeno da dieci anni, mai più visto in curva da allora, la partita se la vedeva alla pay tv del baretto del circolo sportivo di Tor di Quinto dove lavorava come custode dalla mattina alla sera». «Daspato» e diffidato com’era, in effetti, non poteva più entrare all’Olimpico. Tifoso indesiderato. L’ultima volta fu il derby del 2004, quello famigerato interrotto dagli ultrà che andarono a parlare con Francesco Totti dopo che si era sparsa la voce (infondata) che un ragazzino era morto negli incidenti del prepartita. Ma «Gastone» non era tra tutte quelle facce poi immortalate dai giornali e dalle tv. Un altro equivoco che lo ha seguito fin qui: «Stava con loro, ma non in prima fila. Tutti ragazzi che all’alba degli anni Novanta avevano militato con me nel Movimento Politico Occidentale…», ricorda Maurizio Boccacci, pluricondannato leader dell’estrema destra romana, oggi a capo di Militia.  E proprio con Boccacci, che oggi ha 56 anni, De Santis fece il suo debutto nella cronaca nera nel novembre del ‘94, quando un gruppo di ultrà giallorossi finì in manette per l’accoltellamento a Brescia del vicequestore Selmin: «Io mi beccai 5 anni di condanna – racconta Boccacci -. Ma Daniele non c’entrava e infatti poi fu assolto». E anche risarcito dallo Stato italiano: 2 milioni e 900 mila lire per quasi due mesi di ingiusta detenzione, ricorda il suo avvocato d’allora, Gianni Dell’Aiuto. Due anni dopo, 1996, fu coinvolto (e in seguito ancora assolto) nell’inchiesta sui presunti ricatti della tifoseria ai danni del presidente Franco Sensi: biglietti gratis in cambio di pace allo stadio. «Finimmo sotto processo in sette – ricorda Giuliano Castellino -. Io, Danielino, Marione, Peppone, il Mortadella, il Mafia e Guglielmo il Farmacista. Tutti assolti. Ma Mortadella e Mafia purtroppo non ci sono più, sono morti da tempo». Già. Ma forse è tutto un mondo che non c’è più, un mondo che è sparito, insieme a una certa idea del calcio e della curva: «Hanno introdotto la tessera del tifoso, i tornelli, i controlli e che hanno ottenuto? Hanno forse sconfitto la violenza?», s’interroga amaro Guido Zappavigna, un tempo capo dei temutissimi «Boys» (di cui De Santis faceva parte) e oggi cinquantasettenne gestore di un’amena trattoria in zona Castel Sant’Angelo.

(4 – continua)

Gli altri articoli dello speciale:

1. http://ugomariatassinari.it/gli-scontri-di-roma1-al-pettine-nodi-dellintreccio-tra-ultra-politica-e-violenza.html

2. http://ugomariatassinari.it/gli-scontri-di-roma2-la-lunga-carriera-di-daniele-de-santis-e-lomicidio-raciti.html

3. http://ugomariatassinari.it/scontri-di-roma-3-lo-speciale-del-tg-ugo-il-pezzo-di-zambardino-il-lancio-di-information-guerrilla.html

5. http://ugomariatassinari.it/scontri-di-roma-5-la-testimonianza-di-marione-le-ipotesi-degli-investigatori-dubbi-sullarresto.html

 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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