23 maggio 1979, Genova: gogna br per la insegnante dc
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Rosella Sborgi, è morta a Genova, nello scorso mese di settembre, all’età di 79 anni. È stata una delle donne più rappresentative della Dc genovese degli anni Ottanta della nostra città. Almeno tre legislature a palazzo Tursi come consigliera comunale. Salita agli onori della cronaca per esser stata un delle prime politiche ad essere prelevata dalle Br e liberata dopo qualche minuto nel maggio del 1979. Era uscita di casa al civico 11 di via Dogali per raggiungere l’Istituto Bersani dove insegnava. Raggiunta da un uomo che la stava attendendo e minacciata con una pistola puntata al viso che l’ha apostrofata “Stai zitta e buona e non ti facciamo niente”. Ecco la cronaca dell’Unità:
Incatenata alla ringhiera
Il terrorismo elettorale ha colpito ancora una volta a Genova. Vittima della nuova violenza politica è stata la professoressa trentottenne Rosella Sborgi. Abita in Corso Dogali 11, nella parte alta della città. Da tre anni è consigliere comunale dc. E’ stata incatenata alla ringhiera delle scale di casa e fotografata con appeso al collo un cartello inneggiante alle Brigate rosse.
Mancavano pochi minuti alle 8, ieri mattina, quando la professoressa Sborgi è uscita di casa. Nelle scale, è stata affrontata da quattro persone. Tre uomini, due dei quali giovanissimi e uno sulla quarantina e una donna alta, bruna, ricciuta e in blue jeans. Tutti erano armati di pistola. L’insegnante è stata invitata a non urlare, a non invocare aiuto. «Non ti facciamo niente — l’hanno rassicurata — se starai zitta, ti fotograferemo soltanto».
Il cartello al collo, poi la colla
Mentre l’ammanettavano alla ringhiera, sempre sotto la minaccia delle pistole, le appendevano al collo un grosso cartello. Come già avevano fatto col professor Filippo Peschiera al quale però spararono poi alle gambe, con la solita stella e le lettere BR ai lati, oltre alla scritta: «colpire i servi della DC ovunque ». Prima di fuggire, il «commando» versava sui capelli di Rosella Sborgi della colla, quindi la fotografava ripetutamente con una «Polaroid».
Le invocazioni di aiuto della Sborgi facevano accorrere i vicini e poi i genitori, che avvertivano la polizia.
La rivendicazione, le reazioni
Più tardi, alle 10.20 circa, uno sconosciuto telefonava al «Corriere Mercantile », il giornale del pomeriggio genovese, scandendo pacatamente questa frase in modo che potesse venire trascritta senza errori. «Qui parlano le brigate rosse. Un nucleo armato della nostra organizzazione ha messo alla gogna Sborgi Rosella della DC. La sua foto è in una cabina telefonica in via Carlo Rolando, dietro la gettoniera ».
Sul posto i cronisti hanno effettivamente rinvenuta una foto della Sborgi col cartello delle BR al collo. Alla notizia del nuovo grave episodio di terrorismo e violenza politica, il PCI della zona Centro-Sampierdarena ha diramato un documento col quale, tra l’altro, espressa la più sentita solidarietà alla vittima del vile attentato, si ribadisce l’impegno nella lotta contro il terrorismo.
FONTE: l’Unità, 24 maggio 1979
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