La comitiva di Prodi, il gioco del piattino e quel verbale della vergogna su Gradoli
Uno dei misteri più grotteschi del sequestro Moro è la seduta spiritica che porta gli investigatori a perdere tempo sulle sponde del lago di Bolsena. E’ la prima domenica di aprile. Un gruppo di giovani professori universitari della paranza di Romano Prodi si riunisce per un pranzo domenicale in una villetta della collina bolognese. Nel dopopranzo scelgono di trascorrere il tempo in un modo poco consono per cattolici praticanti. Un trucco abbastanza scoperto per coprire una soffiata, proveniente dagli ambienti dell’Autonomia bolognese, si è detto poi. Una soffiata che, a detta dei maliziosi, subisce una deformazione voluta, da gioco del telefono senza fili. Si perde la via e Gradoli diventa il paesello viterbese.
Una evidente buffonata. Eppure questi brillanti giovani già in carriera e destinati a un futuro luminoso – il mentore diverrà due volte premier, uno sarà ministro, un secondo viceministro, altri baroni universitari o imprenditori di successo – avalleranno questa storia. Firmeranno una testimonianza collettiva trasmessa alla I Commissione Moro. Si manterranno poi fermi nel confermare il “gioco del piattino”. Consegnando i loro nomi al ridicolo.
In fede? Ma per carità …
PS: Per chi vuole approfondire la storia, qui
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