18 luglio 1976: il Grapo ricorda il golpe franchista con 60 bombe antifasciste

Il 40esimo anniversario della sovversione franchista, che incombe ancora sul popolo spagnolo nonostante la morte del dittatore e alcune timide misure di liberalizzazione estremamente ambigue promesse dal governo con la «dichiarazione programmatica» di ieri, è trascorso in un clima di tensione caratterizzato da numerosi attentati in varie città. La matrice di tali imprese non è certa. Finora sembra non abbiano causato morti ma solo sette feriti. La polizia ha invece fatto fuoco su un uomo uccidendolo in
circostanze tutt’altro che chiare.

In un primo momento gli attentati sono stati attribuiti da «fonti ufficiose» a « gruppi di estrema destra contrari al programma riformatore del re
Juan Carlos (agenzia AP): successivamente si è parlato di una matrice di estrema sinistra.

La direzione generale della pubblica sicurezza ha diffuso un comunicato in cui si afferma che «le modalità di questi attentati fanno pensare a un piano prestabilito con scopi terroristici» e aggiunge che sono in corso indagini.
Nel corso di un incontro con i corrispondenti della stampa estera il ministro degli Interni spagnolo Rodolfo Martin Villa ha poi sostenuto che «vi sono indizi che fanno pensare che responsabili degli attentati possano essere
persone non comprese nel programma di amnistia» annunciato ieri dal governo. Il ministro ha menzionato i baschi dell’ETA e il FRAP.

Ciò che si deve immediatamente rilevare è che in questo momento la parte più oltranzista del regime sta affannosamente cercando un alibi ai fine di ritardare le stesse ambigue riforme promesse dal governo, così come alcuni degli attentati attribuiti al FRAP l’anno scorso furono compiuti mentre — sotto la spinta di grandi lotte di masse – le Cortes cominciavano a discutere
la legge sui «gruppi politici».
Alle 3 antimeridiane una bomba è scoppiata davanti alla sede del «Consiglio Nazionale», l’organismo istituito da Franco per tutelare l’osservanza dei « principi fondamentali del Movimento». L’esplosione ha causato danni alla facciata dell’edificio.

Poche ore dopo, alle 7 locali, una seconda bomba esplodeva al decimo piano del palazzo dove ha sede il sindacato di Stato. L’esplosione ha fatto andare in frantumi i vetri di molte finestre, ha lesionato alcune pareti interne
ed ha distrutto scrittoi, schedari, sedie ed altri mobili di ufficio.
Il fatto che la polizia si trovasse sul luogo dell’esplosione prima che questa avvenisse e che avesse bloccato il traffico in alcune strade della città
tra cui la centralissima «Castellana» e il « Paseo del Prado ». fa supporre che gli autori dell’attentato avessero preavvertito telefonicamente le autorità.

Le due esplosioni, sia per l’ora in cui sono avvenute, sia perché la giornata è festiva, non hanno causato danni a persone.
Una terza bomba è esplosa più tardi nel palazzo dove ha sede il ministero della Giustizia. La bomba, che ha causato danni rilevanti, ha ferito due
dei guardiani notturni che in quel momento si trovavano a pochi metri dal luogo dove l’ordigno era stato collocato.

A Barcellona, un ordigno è deflagrato verso le quattro nella sede della delegazione provinciale del sindacato di Stato, deserta data l’ora, l’esplosione ha distrutto archivi e mobili di ufficio.
A Bilbao, verso le cinque del mattino, sono esplosi due ordigni in edifìci che ospitano organismi sindacali, tra i quali la delegazione provinciale
dei sindacati di Stato.
In una piazza di Labajos, cittadina della provincia di Segovia.
una carica esplosiva ha gravemente danneggiato il monumento ad Onesimo Redondo, che fondò nel 1932 un movimento sindacale nazionalista.
Ad El Ferrol del Caudillo, patria di Franco, una bomba ha distrutto un monumento ai caduti; la casa natale del dittatore sorge a poche
decine di metri dal luogo dell’attentato.

A Siviglia sono deflagrati complessivamente quattro ordigni, due in edifici pubblici (direzione provinciale del Movimiento falangista e palazzo di giustizia», uno in una banca e il quarto in un grande magazzino, i danni materiali sono stati ingenti ma non ci sono state vittime.
Nella capitale, altri ordigni sono scoppiati in aggiunta a quelli già segnalati in precedenza: nella delegazione provinciale del sindacato di Stato, nell’autoparco ministeriale, in un ufficio della direzione generale della pubblica sicurezza, in una libreria, a bordo di un’automobile ferma sul
margine della strada nazionale che collega Madrid con la Andalusia.

La direzione generale della pubblica sicurezza informa nel suo comunicato che stamane a Madrid è morto un uomo di 29 anni. Carlos Hernandez
Esposito «noto alla polizia come delinquente abituale ».
Hernandez Esposito — afferma il comunicato — si trovava con altre due persone nelle vicinanze di una caserma della guardia civile. « Gli agenti —
dice ancora il comunicato — messi in stato di allarme dopo gli attentati della scorsa notte, hanno cercato di raggiungere i tre ed hanno sparato,
a scopo intimidatorio, un colpo che ha raggiunto l’uomo uccidendolo». ^ ^
Dalla provincia di Bilbao giunge anche notizia che tre bandiere basche sono state sequestrate questa mattina da militari della guardia civile.

La polizia assicura che gli agenti hanno agito «con la massima precauzione»: alcuni mesi fa due loro commilitoni morirono ed altri rimasero feriti in circostanze analoghe nel rimuovere bandiere del movimento separatista collegate con cariche esplosive ad alto potenziale.
Al giornale El Pais è pervenuta una telefonata anonima secondo cui gli attentati delle ultime ore nella capitale spagnola sono stati una rappresaglia
per la morte di una donna uccisa in un conflitto a fuoco con la guardia civile il 9 luglio a Santurce, nelle province basche, durante una dimostrazione in favore della amnistia. Gli osservatori hanno notato intanto, che per la prima volta quest’anno la ricorrenza del 18 luglio non è stata solennizzata con cerimonie ufficiali.

Fin qui la cronaca dell’Unità, il giorno dopo. La campagna di attentati è organizzata dal Grapo (Gruppi rivoluzionari armati Primo Ottobre). un’organizzazione combattente indipendente collegata al Partito comunista spagnolo ricostruito (Pce-r), la formazione rivoluzionaria fondata dall’Organizzazione marxista leninista spagnola nel 1975 in contrapposizione ai “revisionisti” del PCE. Sessanta gli obiettivi antifascisti colpiti.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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