Qualche riflessione sulla guerriglia a Napoli

Non devono essere dei delinquenti terribili i due arrestati per gli scontri anti-coprifuoco di stanotte a Napoli e condannati in un processo lampo. Sono bastate appena 12 ore dall’arresto per arrivare alla condanna. Un sabato. L’allarme sociale è altissimo eppure i due sono già tornati liberi, nonostante i precedenti da spacciatori. Piccoli, ci piace pensare, visto che se la sono cavata il primo con 18 mesi e l’obbligo di firma, il secondo con 14 mesi e l’immediata libertà.
La guerriglia notturna a Napoli (sei gli agenti feriti) si è guadagnata l’apertura dei tg nazionali, rimandando in secondo piano il bollettino sanitario, e dando finalmente rilievo alla drammatica emergenza sociale ed economica napoletana che il coprifuoco avviato e il lockdown evocato rischiano di trasformare in catastrofe.

La violenza degli scontri ha innescato il riflesso condizionato. Non risuona a Napoli un peto che non ci sia la camorra dietro. Lo sostengono convinti politici intelligenti e accorti, da destra (Iannone) a sinistra (Allodi). E qui mi tocca evocare la lezione ricevuta da un vero boss, Antonio ‘Polifemo’ Ranieri, il leader degli scissionisti dei Quartieri, ammazzato dopo appena 15 giorni di libertà, a metà degli anni ’90: Ugo, la dovete finire voi del Giornale di Napoli a fare tutti boss. I boss siamo pochi. E non tutta la criminalità è camorra…”.

Trent’anni dopo le organizzazioni camorristiche hanno un controllo meno pervasivo. Certo, ci sono contiguità e legami familiari, amicizie di strada cementate in cella ma non siamo della Palermo messa a regime dalla guerra di sterminio dei Corleonesi. Dopo di che, in tutta evidenza, come succede da secoli, i mob urbani sono calamite potenti che attraggono tanta polvere di ferro.

Ieri sera, come dimostra il video da me prodotto grazie agli spezzoni pescati nei social da un mio studente, il pezzo grosso della protesta era il corteo dell’antagonismo sociale. Poi strada facendo sono confluite altre anime e individualità: i ragazzi di strada sui motorini, ultras, precari e disoccupati incazzati, qualche fascista, qualche facinoroso. E le riprese mostrano, in tutta evidenza, gente che sa muoversi bene tra il fumo dei lacrimogeni e il rumore dei ‘botti’.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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