19 maggio 1977: la guerriglia del Portello e altre storie di lotta più o meno armata
Quando, tre anni fa, ho avviato il progetto di “agenda rossa” che sto qui sviluppando con buoni risultati e qualche discontinuità, avevo ben presente un rischio evidente. Nella scelta casuale ma non arbitraria degli eventi del giorno, per un’evidente distorsione professionale, si tende a privilegiare gli eventi più “clamorosi” e si finisce col perdere l’obiettivo principale. Lo sforzo cioè di restituire la complessità della storia della lunga insorgenza sociale del decennio rosso e la sua coda insurrezionale. Così, proprio in un giorno “carico di conseguenze e di sconseguenze” ho scelto, usando come fonte “Vent’anni di violenza politica in Italia (1969-1988)” di elencare quello che succede il 19 maggio 1977. Perché restituisce appunto la ricchezza dell’articolazione per obiettivi, forme di attacco, estensione territoriale
Una doppietta a Milano
Milano. Due attentati dinamitardi vengono compiuti ai danni della linea della metropolitana e della linea ferroviaria Seregno-Saronno. La circolazione rimane a lungo bloccata. Gli attentati sono rivendicati da Prima linea e dalle Brigate Comuniste.
Milano. Il professore Giuseppe Ghetti, ufficiale sanitario del Comune di Seveso, viene ferito alle gambe con 5 colpi di pistola da un commando di “combattenti comunisti” che fa irruzione nel suo studio. Gli addebitano la copertura delle manchevolezze e degli errori dell’Icmesa nel disastro ambientale.
A Padova un modello “sudamericano”
Padova. Una cinquantina di militanti di Autonomia suddivisi in commando, devasta numerosi locali dell’Università nel quadro di una giornata di lotta contro le festività soppresse. Nel corso dei successivi scontri con le forze dell’ordine vengono distrutte con bottiglie molotov quindici automobili. I commandos danneggiano due agenzie immobiliari e saccheggiano un negozio di generi alimentari.
Le modalità di organizzazione degli attacchi – la giornata passerà alla storia come la “guerriglia del Portello” – allude all’occupazione e alla liberazione di un territorio, secondo modelli tipici di alcune esperienze latino-americane. La zona prescelta è infatti quella più densamente popolata di studenti e le barricate sono distribuite scientificamente per impedire l’accesso delle forze dell’ordine nell’area.
Torino. Un attentato incendiario viene compiuto ai danni della Saie, una casa editrice cattolica in via Regina Margherita.
Firenze. La sede della Cisasca, l’organizzazione per l’assistenza e consulenza legale, e quella di una sezione democristiana vengono assaltate da due commandos dell’estrema sinistra. Gli attaccanti tracciano sui muri slogan contro il “governo dei padroni”. Le azioni sembrano avere solo scopo intimidatorio.
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