Il caso Moro, la bufala del supercecchino e il rilancio di Massimo Bordin
Con colpevole ritardo, e solo grazie all’intervista di Antonello Grassi a Vito Petrocelli, un ritorno al pezzo di ieri sugli scontri di Roma e dintorni, apprendo che Massimo Bordin, nella sua rubrica del sabato sul Foglio, (Bordin Line) ha rilanciato la mia polemica sulla bufala del tiratore scelto a via Fani. Il sostegno di un Maestro è motivo di soddisfazione e di conforto, in questi tempi confusi. Del resto, non è di tutti i giorni sentirsi dare del debunker di qualità:
Novità sul caso Moro, nel senso che c’è chi cerca di giocare d’anticipo sulle balle che ciclicamente ritornano rilanciate sulla stampa e talvolta attraverso libri che diventano best seller. La novità è l’azione preventiva di qualche debunker di qualità. Per esempio Ugo Maria Tassinari su agoravox.it e sul suo prezioso blog mette in guardia da una bufala ancora più antica della moto Honda del Sismi. Quella del misterioso cecchino che a via Fani fu l’unico a colpire la scorta di Moro con le sue raffiche. La leggenda è antica, nacque il giorno dopo il sequestro, quando i giornali parlarono di un tedesco aggregato al commando per la sua mira precisissima. (…) Tassinari racconta come le perizie successive alla prima stabilirono che le armi che spararono la maggior parte dei colpi a segno furono due mitragliette entrambe identificate e il testimone in realtà descrive i movimenti di Valerio Morucci, non per caso negli ambienti di Potere Operaio soprannominato “Pecos Bill”. Insomma se le prossime rivelazioni saranno sul cecchino misterioso, siete avvertiti.
Qui il testo completo del Bordin Line del 13 aprile
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