In morte di Beppe Marotta: la rimozione di una storia maledetta

La storia si ripete. Era già successo con Cico De Palma. Un’intera pagina di quotidiano che raccontava il suo ruolo sociale e la tragica fine rimuovendone del tutto l’identità politica e culturale mi avevano spinto a prendere la parola per restituirne la storia, violando una delle regole elementari della professione: i suicidi non fanno notizia, a meno che particolari modalità non gli attribuiscano valore e interesse sociale. A prima vista quello di Cico poteva essere liquidato come un dramma della solitudine, dell’orgoglio, della stanchezza esistenziale. La mia si è invece rivelata, allora, una scelta giusta. Perché, paradossalmente, la bacheca di Fascinazione è diventato una sorta di guestbook per una straziante cerimonia degli addii.

Oggi ci vengono a raccontare delle morte di Geppi Marotta, il brillante imprenditore che in un decennio ha costruito una solida catena di ristoranti, i “Fratelli La Bufala”, che nel nome evoca una delle tante straordinarie storie messe in scena da Totò, parlando di lutto del mondo della ristorazione. Ma Beppe Marotta era uno dei componenti di quel “manipolo di eroi” di cui mi parlava, in quell’occasione, Maurizio Ruggiero:

Questi ragazzi sono la vecchia guardia del vomero, ognuno di loro ha storie personali profonde, dei miti per i giovani di allora, un gran coraggio, molto uniti, spietati fedeli e pronti a buttarsi nel fuoco per l’altro, rischiavano la morte tutti i giorni e insieme hanno fatto tanti anni di carcere. sono la storia della militanza anni 70. in ordine: peppe marotta, rosario lasdica, mario mascolo, maurizio esposito segr. del fdg vomero dopo cico, oreste petti, maurizio ruggiero, ernesto nonno, antonio torre, alfredo goglia [in realtà quest’ultimo, ex responsabile regionale di CasaPound, è ‘tagliato’ nella foto: l’ultimo a destra è Antonio Torre, a sua volta prematuramente scomparso ndb]. ci siamo riuniti il 29 aprile in”cuori neri”, doveva venire anche cico.

Nei prossimi giorni romperò la consegna che mi ero dato di non scrivere più di fascisteria e tornerò a raccontare le storie di questa che è, in tutta evidenza, una comunità maledetta. E comincerò domani mattina, pubblicando il ricordo di un compagno che con “Geppi” ha avuto che ridire…

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

3 commenti su “In morte di Beppe Marotta: la rimozione di una storia maledetta

  1. Nella mia vita ho conosciuto molti ” camerati ” rivelatisi poi ” camerieri “..Geppy Marotta era invece un CAMERATA VERO ! Resta nel mio cuore !

  2. Ho conosciuto Geppi più di 35 anni fa, al Vomero. Vicende personali, e situazioni contingenti di vita, avevano fatto si’, che non ci fossimo più’ visti ne’ sentiti per tutto questo tempo. Non per scelta ovviamente.
    Qualche mese fa gli ho inviato una mail, rischiando di potere essere mandato al diavolo, chiedendo un suo intervento in favore di mio figlio adolescente.
    Trascorsero soltanto dieci minuti, che ricevetti una mail di risposta, con l’invito a recarmi a Napoli, per incontrarci.
    Dopo gli abbracci, i dolci ricordi, e le tristi notizie relativamente a nostri camerati non più’ tra noi, ci salutammo. Chi lo avrebbe detto che non ci saremmo visti più’. Camerata Geppi, presente!

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