In morte di Barbara Balzerani, una comunista rivoluzionaria

E’ morta a Roma la scrittrice Barbara Balzerani, già leader delle Brigate rosse. Il triste annuncio sulle pagine facebook di due compagni.

barbara balzerani

Voglio pero ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi ❤️❤️❤️❤️
Davide Steccanella

barbara balzerani

Ciao Barbara, comunista rivoluzionaria, Scrittrice, più semplicemente e soprattutto “sorella a me”, come mi dicevi, come ci dicevamo, una delle tante cose di cui ti sono per sempre grata. Verrà il momento delle parole che ora non escono, troppo forte il dolore. Grazie di tutto, proprio tutto, niente escluso. Della tua passione e del cuore che ci hai sempre messo. Non smetterai di esserci a fianco, di parlarci, in ogni increspatura della storia, in ogni suo improvviso e inaspettato cambiamento di scenario.
Silvia de Bernardinis

La storia politica di Barbara Balzerani

parte prima da Do you remember revolution di Loredana Bianconi

La notizia dell’Ansa

E’ morta a Roma l’ex terrorista Barbara Balzerani. Nata a Colleferro nel 1949 Balzerani nel 1975 aderì alle Br: non si pentì nè si dissociò mai ma dichiarò un profondo rammarico “per quanti furono colpiti” dai terroristi. Nel 2006 le fu concessa la libertà condizionale. 

Balzerani prese parte a numerosi omicidi delle Br, compreso quello di Girolamo Minervini, e all’agguato di via Fani. Nel 1981 partecipò al sequestro del generale della NATO James Lee Dozier. Balzerani fu tra gli ultimi Br ad essere arrestati: fu catturata il 19 giugno 1985, assieme a Gianni Pelosi. Per questo venne soprannominata la ‘primula rossa’.

Non si pentì né si dissociò mai ma fu critica nei confronti del periodo della lotta armata: nel 1993 dichiarò di provare rammarico per i tanti che furono colpiti dal terrorismo e nel 2003 criticò l’attività delle cosiddette Nuove Br. Nel 2006 le fu concessa la libertà condizionale: tornò in libertà, avendo scontato la pena, nel 2011.

Quattro passi con Barbara Balzerani (nel centro di Napoli)

Opere scritte di Barbara Balzerani

Da Lettera a mio padre

Manchi solo da qualche decennio eppure è arduo raccontarti come s’è fatto questo mondo. S’è fatto più piccolo, a misura della velocità con cui si coprono distanze. Adesso si viaggia e si comunica da un emisfero all’altro come si fosse nello stesso condominio, a tiro di voce. Possiamo scrivere e sapere che la nostra letterina elettronica arriverà a destinazione appena la imbuchiamo, comodi, da casa, senza neanche dover passare dal tabaccaio che magari piove. Sarebbe fantastico se lo scorrere del tempo si accordasse all’umano sentire e alla vita di relazione, dando corpo e significato all’esistenza di ciò che riusciamo a conoscere e che riteniamo reale. Ma così non è. Un po’, con andamento uguale e contrario, come quando si finisce in carcere dove il tempo rallenta e quando si torna nelle strade di sempre l’orientamento ha perduto tutte le mappe.
Come spiegarti cos’è successo da quando non ci sei più? Come descriverti gli ultimi decenni che hanno significato trasformazioni del nostro modo di vivere, lavorare, pensare più di millenni di cammino umano? Come è successo? mi chiedi. Non sono sicura di saperti rispondere perché anch’io ho mancato parecchie tappe della grande corsa. Dovremmo provare a capire insieme. Iniziamo da quello che può apparire evidente per chi, come noi, è del secolo scorso. Mi sembra ancora di viverli quegli anni in cui inseguivamo le promesse dell’automazione che ci avrebbe restituito tempo di vita e non ci siamo accorti di aver ceduto la guida dei nostri cinque sensi a una mente artificiale, che incrocia e mette in connessione un numero di informazioni a una velocità che nessun umano è in grado di elaborare, che universalizza un sapere senza conoscenza, che allontana ogni attenzione dai fatti, che impoverisce il senso dell’esperienza personale e i lasciti della tradizione. Un cervellone oltre i limiti dell’umano, che sta dentro congegni che entrano in una tasca, che sta interrompendo la capacità di imparare e comunicare che abbiamo affinato nel corso di millenni.
Capisco che non puoi capire. Era solo ieri che nonna Marianna, seduta davanti alla radio come a un altare, si commuoveva per la povera Madama Butterfly o che con tutto il vicinato ci riunivamo a guardare le puntate di Jane Eyre a casa della prima famiglia che aveva acquistato una televisione. Apparecchi grandi come cassoni che emettevano voci e immagini poco limpide in un unico canale blindato. Ma che almeno non dovevano essere buttate e ricomprate a ogni modifica di qualche funzione, con la complicità delle strategie di mercato sempre più pervasive della nostra colonizzata capacità di scelta.
Ai tuoi tempi il massimo che si poteva temere sulla riservatezza dei fatti di famiglia erano le malelingue. Lente, maligne e a corto raggio. Sull’indifferenza dei potenti ci si poteva contare, a meno di avere contenziosi che toccavano i loro portafogli e la loro autorità. Adesso l’occhio del grande fratello telematico ce lo portiamo dietro ovunque. Lo nutriamo di informazioni, ci abbandoniamo al suo controllo, ci facciamo orientare nelle scelte, ci scaldiamo al calore delle onde elettromagnetiche del suo respiro. Nessuno ce lo impone. Se non l’incapacità di esistere al di fuori del suo gioco. È come quando m’è capitato di chiedere a dei ragazzini rinchiusi nel carcere minorile perché facessero la doppia sciocchezza di andare a rubare per comprarsi i vestiti firmati, arricchendo così chi ne aveva più di loro e, per ricompensa, finire dietro le sbarre. Mi rispondevano che non avrebbero potuto fare altrimenti, pena l’isolamento dal gruppo e dalle leggi della borgata. Pena l’inesistenza sociale. Noi siamo come quei ragazzini, almeno fino a quando non saremo in grado di liberare la comunicazione e la creatività dal controllo di chi ne fa mercato. Il buon uso di certi strumenti è la porta stretta di chi si illude di poter abbattere muri senza fare rumore.

I post dell’Alter Ugo su Barbara Balzerani

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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