La ragazza del ’77: modesta proposta per uscire dall’ingorgo

Dilaga la bagarre innescata nei social dal comunicato Unicobas che identificava nella loro compagna appena scomparsa Simonetta Frau la “ragazza col carabiniere”, celeberrima foto di Tano D’Amico, assurta a icona del ’77. La gioia contro la rabbia del “ragazzo con la pistola” dell’altrettanto celebre scatto durante gli scontri di via De Amicis del 14 maggio.
In due si sono fatte avanti per rivendicare quell’identità, Fiamma Lolli e Luana Emery. Non si può fare avanti una quarta, anch’essa scomparsa prematuramente, Maddalena Provenzano, la cui storia per brevi cenni è stata da me qui raccontata. Altri nomi, altri profili sono stati fatti (una compagna di Napoli, una Concetta di Torino). Altri ancora staranno circolando e io non li intercetto.
A supporto della candidatura di Luana arrivano due testimonianze. La direttrice del CSF che ha organizzato quella mostra e l’amica che quel giorno avrebbe aiutato Luana a farsi le treccine, Silvia Gigliarelli.
Lasciatela così, bella, anonima e sconosciuta

Tano D’Amico, saggiamente, commenta con la Repubblica, che rilancia la notizia della morte del volto del ’77: “E’ l’immagine di una generazione, che rappresenta tutte“. E così sia. Perché, ce lo spiega benissimo il mio antico amico e collega Sergio Califano, che già di suo scrive benissimo ma assurge a vette sublimi quando parla di donne:
Un’icona
Se fossi stato un militante della Sinistra seria, quella sessantottina, quella dei sogni che poi muoiono inevitabilmente, e silenziosamente, in un’alba degli anni Duemila, non la tirerei troppo per le lunghe, non farei troppi pipponi e quindi non cercherei di scoprire se la ragazza di questa foto da archivio nostalgico sia Simonetta o Fiammetta o Luana. Questa é una ragazza che ha sognato. Credo che basti. E’ un’icona.
E’ il simbolo che i sogni possono fare i capelli bianchi ma non necessariamente morire all’alba. Questa immagine dovrebbe rappresentare la Milite Ignota, non soltanto della Sinistra. Perchè darle necessariamente un nome? Giro l’idea a Ugo Maria Tassinari: lasciate viva questa suggestione, lasciatela così, bella anonima e sconosciuta.
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