L’abbraccio mortale di Berlusconi e la fine della spinta propulsiva della Lega Nord
E’ di pochi giorni fa un sondaggio di Datamedia, realizzato per il quotidiano “Il Tempo”, che vede la Lega Nord perdere terreno nei consensi elettorali; in particolare viene evidenziato un calo di 0,4 punti, con un 14% poco esaltante per un partito che poteva ambire a tutt’altri traguardi.
Non è solamente la mera statistica, pur sempre variabile in sede elettorale, a dare l’idea di una stanchezza nei contenuti leghisti. Il messaggio salviniano pare essersi incartato già da un po’ e la colpa di questa inerzia e non è nemmeno addebitabile al solo segretario, il cui ruolo è sempre meno importante. La Lega paga per l’ennesima volta la scarsa volontà di autonomia politica rispetto agli altri centri di potere presenti nel panorama del centrodestra italiano. La volontà di riunire a tutti i costi un cartello di convenienza in grado di assemblare Lega, Forza Italia, forse Fratelli d’Italia e magari anche il Nuovo Centro Destra è una formula stantia che non appaga il profondo desiderio di cambiamento insito in chi, pure recentemente, si era avvicinato al partito di Via Bellerio. Appare quantomeno fuori luogo il nuovo amore con Berlusconi, quando nei recenti governi di centrodestra la Lega ha sempre dovuto rintuzzare i suoi obiettivi rimanendo subalterna alle volontà di Berlusconi, che da parte sua è sempre stato molto abile ad usare gli alleati come serbatoi di voti e consensi per un progetto che lo portasse a riconfermarsi premier.
Così il giovane intellettuale dissidente Alessandro Catto, ieri, nel suo blog sul Giornale.it, riflette sull’affanno incorso alla spinta propulsiva del Carroccio. E puntuale arriva la conferma, dallo stesso Berlusconi: nella riunione dei coordinatori regionali che ha deciso la chiusura della sede nazionale di San Lorenzo in Lucina, il leader del centrodestra ha confermato la sua presenza a Bologna l’8 novembre. Con tanto di intervento dal palco. Un abbraccio mortale.
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