Le fogne. Dietro l’insulto c’è di più dell’attacco a Fini. Berlusconi avverte tutta la destra

dalla pagina Facebook: Il Secolo d’Italia, la storia

di Annalisa Terranova

Ho avuto un incubo, nel nuovo governo c’era Ingroia alla giustizia, Di Pietro alla cultura e poi, vabbè a Fini avevano dato le fogne…”. Le parole di Berlusconi le abbiamo sentite tutti ma è su quella per noi abbastanza evocativa, le fogne, che mi va di rfilettere un po’. C’era, è chiaro, il disprezzo per l’avversario “orrido e traditore” ma anche qualcosa di più. Il messaggio era questo: cari ex, post e neofascisti, se non vi rassegnate ad essere obbedienti il vostro posto è quello, la marginalità, il ghetto, le fogne, il recinto della politica a cui nessuno guarda, quello riservato ai brutti, sporchi e cattivi, anche se non c’è più il Msi, anche se non c’è più An, anche se fate altri cinque o sei partitini. Il messaggio andava oltre Fini e riguardava un po’ tutti, essendo rivolto all’unico vero ex capo di un mondo di destra degno di questo nome, l’unico peraltro che, sia pur tardivamente, ha pensato che la vecchia idea della destra ruota di scorta potesse essere superata ed ha agito di conseguenza lasciando, dopo la casa del padre, anche la casa del padrone. Purtroppo non è andata bene: il ruolo minoritario e marginale è rimasto inalterato, ci si limita a gravitare attorno ad altri soggetti. Colpisce tuttavia il fatto che la destra (e la chiamo così per convenienza perché conosciamo i limiti dell’etichetta) non sappia proprio immaginarsi autonoma, libera e indiepndente, non sappia che pensarsi in debito di riconoscenza verso qualcuno che l’ha protetta, tollerata, resa rispettabile. Altrimenti ci sono le fogne, il ritorno nell’oscurità, la marginalizzazione. Chissà se tutti l’hanno capito il messaggio, anche le Meloni e i La Russa, anche gli Storace e i loro seguaci convinti che la frase di Berlusconi riguardasse solo Fini, il “traditore”, l’ “orrido”, e non un mondo intero che non è stato capace, neanche quando avrebbe potuto farlo con facilità (Storace presidente del Lazio, Alemanno sindaco di Roma) disegnarsi un compito e una missione diversi dal servizio a qualcuno che sta più in alto.

Poi, le fogne sono anche altro, possono diventare, in un immaginario consolatorio, il luogo di un’identità addirittura rivendicata, il marchio di una diversità esibita con orgoglio in tempi in cui si rincorrono sciattamente le etichette improvvissate: i moderati o il nuovo, ridicolo, fronte antisinistra. Purché non si tirino fuori i fascisti (quelli che appunto negli auspici dei compagni nelle fogne dovevano tornare) tipo umano estinto, evaporato in decenni di fedele, mansueta accettazione del ruolo di ruota di scorta, prima della Dc, poi di Berlusconi lasciando alla gioventù che si scagliava contro il sistema un’alternativa secca: o entrare in quel sistema senza andare troppo per il sottile o autorelegarsi nella riserva dell’estremismo. Per questo oggi il vuoto che c’è, nelle fogne e fuori (che è vuoto di idee, di persone, di valori) è il meritato risultato di politiche sbagliate per decenni e ci riguarda tutti, nessuno escluso. La destra, le destre, i finiani, il postfascismo nel suo complesso, continueranno ad essere marginali, ghettizzati, tentui a distanza, guardati con sospetto. Per tutti varrà il segnale: o così o tornate nelle fogne. E devo dire, ce lo siamo meritato. Poi, se vgogliamo fare retorica, possiamo anche dirci che come diceva De André che dal letame nascono i fior e che dalle fogne qualcosa è fiorito. Certo, vero, ma non è stato sufficiente, non è stato appagante perché, collettivamente, è mancata la dignità di un mondo (non dei singoli) che è l’unica che consente una politica vera, che sia fatta nelle fogne o fuori.

Questo mi andava di scrivere, in memoria di tutti quelli che dalle fogne vengono… Buon Natale a tutti.

umt: L’aspetto inquietante è che Berlusconi non è mai stato antifascista.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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