15 aprile 1977: sabotaggio delle Ucc alla Liquichimica di Saline Joniche

 Un attentato causa ingenti danni al reparto di produzione delle bio-proteine sintetiche e alla sala del controllo elettronico degli impianti dello stabilimento della Liquichimica Biosintesi di Saline Joniche, l’attentato viene rivendicato dalle Unità Comuniste Combattenti  con un volantino. A Roma, in serata Radio Città Futura viene occupata militarmente da un commando delle Unità Comuniste Combattenti, che dopo aver rinchiuso tutte le persone presenti in quel momento nei locali, diffondono dai microfoni un comunicato nel quale rivendicano l’attentato alla Liquichimica

 Un «commando» di quattro uomini, armati e col volto coperto da passamontagna, ha dato l’assalto poco prima dell’alba di stamane, 15 aprile 1977 allo stabilimento della Liquichimica di Saline Ioniche, in provincia di Reggio Calabria. Con le cesoie i quattro hanno aperto un varco nella recinzione che protegge gli impianti, sono entrati in una palazzina e hanno puntato le armi sui due sorveglianti.

L’attacco

«Fermi — ha detto uno del “commando” in dialetto calabrese — o siamo costretti a uccidervi». Le guardie sono state legate e imbavagliate; il commando si è diretto al reparto destinato alla produzione di bioproteine, dov’è anche il calcolatore elettronico che programma tutti i componenti della produzione. Ha cosparso con liquido infiammabile le apparecchiature, i mobili e gli schedari, quindi ha appiccato il fuoco. I quattro sono poi fuggiti attraverso il varco aperto nella rete e hanno fatto perdere le tracce. L’allarme è stato dato da uno dei guardiani che è riuscito a slegarsi.

I danni

Le fiamme sono state spente con i mezzi in dotazione allo stabilimento. Non è ancora stata fatta una stima dei danni, che secondo il consiglio di fabbrica si aggirerebbero sul miliardo (compreso anche il forzato blocco della produzione). L’azienda ha rilasciato una dichiarazione che dice: «Non siamo ancora in grado di valutare i danni dell’attentato. Nostri tecnici stanno esaminando le apparecchiature danneggiate, ma è ancora troppo presto perché si possa indicare una cifra, anche solo approssimativa».

L’attività dello stabilimento — secondo il consiglio di fabbrica — rimarrà ferma per alcune settimane, ma il periodo esatto dovrà essere stabilito appena sarà stata fatta la valutazione dei danni.

La rivendicazione

L’attentato è stato rivendicato da un sedicente gruppo che si definisce «Unità combattenti comuniste», che aveva «firmato» in precedenza un attentato compiuto nel marzo scorso nella sede dell’Associazione industriale di Reggio Calabria. Anche allora l’usciere era stato legato e imbavagliato. Nello stabilimento di Saline Ioniche sono stati trovati volantini siglati «Unità combattenti comuniste» il cui testo, con toni e contenuto deliranti, dice: «Oggi 15 aprile una unità combattente comunista ha attaccato e distrutto il calcolatore elettronico per la programmazione della produzione delle bioproteine alla Liquichimica di Reggio Calabria.

Perché abbiamo colpito la Liquichimica? La Liquichimica è un esempio lampante di cosa vuol dire oggi ristrutturazione industriale, intervento statale nel Meridione, ricostruzione del profitto dei padroni, program mozione della produzione e del comando in senso imperialista. Perché abbiamo distrutto il calcolatore elettronico? Rappresenta nel profondo Sud, accanto al lavoro nero, alla miseria, allo sfacelo delle campagne mascherato dietro l’imparzialità tecnico scientifica, i tempi, le forme, la nuova qualità dello sfruttamento operaio e l’indirizzo ormai comune della produzione imperialista: distruzione del territorio, nocivita, in una parola produzione di morte come a Seveso, Melilli e Manfredonia».

La vertenza in corso

Il volantino così conclude: «Indichiamo alle avanguardie di lotta un terreno su cui si può e si deve sprigionare tutta l’intelligenza e la forza operaia: sabotare la produzione imperialista, colpire e distruggere gli uomini e gli strumenti del comando ». Come è noto, v’è una vertenza in campo nazionale per la Liquichimica che dovrebbe produrre le bioproteine derivate dal petrolio. Il Consiglio superiore di Sanità nello scorso mese di febbraio aveva autorizzato l’inizio della produzione, sia pure a titolo sperimentale e per un periodo di tempo ben delimitato. Tuttavia, il ministero dell’Industria non aveva ancora firmato il decreto e la direzione della Liquigas (al cui gruppo l’azienda appartiene) aveva messo i 516 operai in cassa integrazione.

Immediate e durissime sono state le reazioni all’attentato di stamane. In un documento congiunto, il consiglio di fabbrica e la federazione sindacale unitaria Cgil Cisl Uil hanno condannato l’atto di sabotaggio, sostenendo che con esso si sono voluti colpire non solo i lavoratori e le maestranze da più tempo in lotta contro la cassa integrazione, ma l’intero movimento sindacale calabrese

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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