Così per Lotta Continua Azione rivoluzionaria diventa fascista
Nella notte fra il 21 e il 22, scoppia una bomba al tritolo nel luogo in cui si doveva tenere una manifestazione unitaria contro il terrorismo. L’attentato viene rivendicato, con una telefonata all’ANSA, da Azione rivoluzionaria, che aveva già realizzato gli attacchi (una bomba alla Stampa, la gambizzazione di un cronista dell’Unità) alle origini della manifestazione al Palasport. Il questore Musumeci promette che sarà tentato tutto per sgominare il gruppo. Quasi contemporaneamente, sempre a Torino, viene appiccato un incendio alla FIAT Mirafiori. Viene rivendicato dal Nucleo operaio Tonino Miccichè, un compagno di L.C. ucciso tempo fa da una guardia notturna. Il quotidiano Lotta continua prende male quest’ultima cosa e trasforma Azione rivoluzionaria, la cui matrice anarchica e ultragauchista era evidente, in un’organizzazione fascista
La provocazione fascista ha alzato il tiro: stanotte una bomba ad alto potenziale è stata collocata alla centralina del metano che alimenta gli impianti di riscaldamento del Palazzetto dello Sport, dove questa sera si terrà una manifestazione dei «partiti costituzionali » e dei sindacati contro gli attentati alla Stampa e al redattore Ferrero de L’Unità. Se il gas fosse esploso le conseguenze avrebbero potuto essere incalcolabili.
Il criminale attentato è stato rivendicato successivamente dalla solita « azione rivoluzionaria » come protesta contro la manifestazione. Sempre nella notte, quando le officine erano già deserte, ha preso fuoco il materiale in plastica accumulato alla officina 72 delle carrozzerie di Mirafiori. La dinamica ricorda quella dei precedenti incendi alla FIAT: l’attentatore non può avere agito senza complicità e protezione nelle gerarchie dell’azienda o nel servizio di vigilanza dei «guardioni».
L’incendio è stato rivendicato da un sedicente «Nucleo Operaio Tonino Miccichè», una sigla che ci fa toccare tutta la portata del gioco attualmente in atto a Torino. Tonino Micciché era infatti il compagno di LC di Torino ucciso durante una occupazione di case e Lotta Continua è additata come terrorista da «La Stampa» con il compiacimento dell’«Unità» che anche oggi loda il suo direttore Arrigo Levi. Ed è certo anche che gli attentati si legano alle grandi manovre del potere contro il governo internazionale sulla repressione.
Si vuole seminare la paura: stamattina una telefonata alla questura ha avvertito che «una bomba sarebbe scoppiata alla Farmitalia di Settimo». Altro allarme è stato diffuso in mattinata da un comunicato diramato dalla FIAT. L’azienda annuncia che una nuova sigla «Ordine Rivoluzionario» rivendica l’avvelenamento delle macchinette del caffè «non possiamo dirvi in quale stabilimento». I centoventimila operai degli stabilimenti torinesi della FIAT devono insomma vivere con il terrore di un nemico sempre in agguato, misterioso, irrazionale e imprendibile. Nelle prossime ore occorre quindi mettere in conto il moltiplicarsi di falsi allarmi, di minacce terroristiche, di provocazioni di ogni sorta.
Finora il PCI attraverso la sua federazione torinese sta cercando di compattare una base delusa dai molti cedimenti, ricorrendo alla « caccia all’estremista ». L’apparato del partito è stato mobilitato e un «appello ai comunisti» ordina a zone, sezioni, iscritti, simpatizzanti di ritenersi precettati per un «lavoro straordinario», «in particolare dedicato ai giorni di venerdì sabato e domenica, in concomitanza con lo svolgimento della nota iniziativa di Bologna.
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