17 aprile 1975. La morte di Tonino Micciché, un accidente per Lotta Continua

Nella “Storia di Lotta continua” scritta da uno dei suoi leader più prestigiosi, Luigi Bobbio, le giornate d’aprile meritano un breve capoverso. Tonino Micciché è soltanto una delle quattro vittime della violenza poliziesca e neofascista. Tocca quindi ricorrere ad Aldo Cazzullo per capire chi fosse il “sindaco della Falchera”:

Muoiono quattro militanti di sinistra in tre giorni. Il 16 Claudio Varalli, diciottenne, viene assassinato da un fascista mentre torna da una manifestazione per la casa a Milano. Il 17 Gianni Zibecchi, insegnante, è travolto da una camionetta dei carabinieri. Il 18 Rodolfo Boschi, comunista, viene ucciso da un agente in borghese in un corteo a Firenze. Lotta continua è sotto choc. Il giorno prima ha perso uno dei suoi personaggi più popolari, Tonino Micciché, immigrato a Torino da Pietraperzia, provincia di Enna, operaio della Fiat, licenziato, arrestato, capo del popolo degli occupanti di case, detto il Sindaco della Falchera, ucciso da una guardia giurata che reclama per sé un garage occupato e gli spara a bruciapelo.

Al suo paese lo considerano alla stregua di un terrorista e scrivono sulla lapide: «Non giudicate la vita che fece, ma quella futura». I compagni di Torino lo salutano come un eroe. In 70 mila applaudono il feretro davanti al Duomo: ci sono le prefiche dei quartieri popolari e i dirigenti del sindacato. Il giorno successivo un corteo, cui aderiscono anche Pci e Psi, sfila per il centro fino a piazza Statuto, dove un gruppo del servizio d’ordine di Lotta continua punta sulla sede dell’MSI. Anche stavolta la polizia è avvertita, ma considera che è meglio lasciar sfogare la tensione e cede il passo; i missini si guardano bene dall’opporre resistenza, si limitano a portar via documenti e mobili dalle stanze di corso Francia 19, che vengono devastate. Quando i ragazzi di Lc tornano in piazza Statuto, i giovani comunisti li applaudono e si aprono per farli rientrare nel corteo.

Il problema per il gruppo dirigente di Lotta continua è che la correzione di rotta decisa al primo congresso di gennaio 1975 (sostegno elettorale al Pci in prospettiva di uno ‘scenario cileno’, governo delle sinistre con Lc nel ruolo del Mir) non permette cedimenti sentimentali, pur in occasione di una perdita emotivamente così lacerante come l’omicidio di uno dei dirigenti di massa più noti ed amati. E così Bobbio, nella sua ricostruzione, sostanzialmente lo espunge dal suo grande affresco…


Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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