28 maggio 1976, Sezze Romano: i fascisti sparano e uccidono Luigi Di Rosa

Il 28 maggio 1976, al termine di un comizio contestato (è il secondo anniversario della strage di Brescia, ndb),  Sandro Saccucci, l’unico ordinovista che ha partecipato al golpe Borghese ed è stato perciò premiato da Almirante con l’elezione al parlamento con il Msi nel 1972, si allontana dalla piazza di Sezze Romano, roccaforte rossa dell’agro pontino (il Pci supera il 50%) aprendo il fuoco contro la folla in­sieme al suo seguito (di cui faceva parte il mare­sciallo del Sid Troccia).

Un mili­tante della Fgci è ucciso, uno di Lotta Continua è ferito. Le garanzie parlamentari gli evi­tano l’arresto. Si presenta in Questura la sera dopo per conse­gnare la sua pi­stola, di calibro diverso da quello che ha uc­ciso Luigi Di Rosa. La Camera concede su­bito l’auto­rizza­zione a procedere ma non l’arresto e il Msi lo dichiara decaduto dal par­tito.

La fuga all’estero

I tentativi di fuga falliscono miseramente: la mattina del 30 maggio è respinto alla fron­tiera svizzera. Ci riprova con l’Inghilterra ma è arrestato a Londra il 1° giu­gno, dove resta in ga­lera fino all’8 luglio. Quel giorno, con la proclamazione degli eletti al Parlamento, decade il mandato di cattura.
Può così raggiungere legalmente, dopo tappe in Francia e Spagna, l’Argentina, dove ha vissuto facendo il tassista. Intanto sono finiti in carcere, tra gli altri, Pietro Allatta, ac­cusato dell’omicidio, Troccia e Angelo Pisto­lesi. In primo grado Allatta è condannato a 16 anni e Saccucci a 12 per concorso morale, pena ridotta a 4 anni in ap­pello e annullata dalla Cas­sa­zione. Quasi 40 anni dopo la Suprema Corte respingerà la richiesta del ferito per il risarcimento danni previsto per le vittime di terrorismo. Il raid di Sezze Romano era stato soltanto una spedizione punitiva occasionale.

Una scia di sangue

Sufficiente però a innescare, come altri episodi degli anni di piombo, la rappresaglia dell’antifascismo militante contro i partecipanti. Il 28 dicembre 1977 è ucciso dai Nuovi partigiani al Portuense Angelo Pistolesi. Anche nel suo caso si innescherà il solito dispositivo narrativo della “faida interna” – falsa –  si tratta di una vendetta. I giorni della rabbia che seguono l’agguato segneranno la nascita dei Nar. Il 4 marzo 1979, in un agguato sotto casa, resta ferito Miro Renzaglia: vive da allora con due pallottole in corpo (una nella spalla, l’altra all’inguine).

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

4 Comments on “28 maggio 1976, Sezze Romano: i fascisti sparano e uccidono Luigi Di Rosa

  1. conobbi la persona (poi nel 1979 senatore MSI DN) che per competenza territoriale decretò l’espulsione di Saccucci dal MSI DN rividi questa persona (per l’ultima volta) ad un pranzo (eravamo seduti accanto a tavola) in quel di Monzambano domenica 6 settembre 2009 ma pur avendo letto il suo libro circa la storia del MSI a Latina non ebbi il coraggio di chiedergli nulla sulla vicenda di Sezze (così come sull’espulsione dal MSI di Antonio Pennacchi al momento responsabile provinciale giovanile del MSI a Latina)

  2. leggo:
    “Il raid di Sezze Romano era stato soltanto una spedizione punitiva occasionale”.

    è sbagliato.

    Era un comizio regolarmente autorizzato degenerato in una rissa, a causa dell’aggressione degli intervenuti locali contro i manifestanti arrivati da Roma. L’omicidio è avvenuto durante la fuga degli aggrediti. Una fuga, qualunque ne sia l’epilogo, non può essere etichettata come spedizione punitiva…

    • Direi a lume di naso che sia la motivazione per cui la Cassazione nega la modalità terroristica. All’inizio del post parlo infatti di un comizio contestato…

      • non ho letto la sentenza della Cassazione, ma se per rigettare la modalità terroristica usa la definizione “spedizione punitiva”, il concetto non deve essere chiaro nemmeno a lei…

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