18 giugno 1975: la mafia uccide il sindacalista socialista Calogero Morreale
Calogero Morreale sindacalista e attivista socialista, fu ucciso a 35anni a Roccamena, in provincia di Palermo. Calogero (Lillo) Morreale era un dirigente socialista dell’Alleanza contadina. Colpevole di aver sospettato imbrogli che giravano intorno ai lavori per l’invaso Garcia. Una vicenda che costò la vita anche al colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo e al suo amico-confidente Filippo Costa (20/08/77) e al giornalista (cronista giudiziario del Giornale di Sicilia) Mario Francese (26/01/79) che aveva scritto sull’“affare” della diga.
Un altro compagno è morto caduto sotto i colpi di una banda di assassini: si chiama Calogero Morreale, 35 anni, socialista, consigliere comunale di Roccamena, un piccolo paese in provincia di Palermo, nel corleonese. Gli hanno teso un agguato in pieno giorno nella strada che porta in paese sparandogli in molti contemporaneamente, poi sono fuggiti. Un delitto di stampo mafioso. Morreale era il segretario della sezione socialista del paese, aveva
svolto con impegno la campagna elettorale che qui vedeva in ballo solo l’elezione del consiglio provinciale.
Il consiglio comunale eletto nel ’73 ha una maggioranza di sinistra. Morreale era anche delegato dell’Alleanza Contadini e presiedeva l’ente comunale di assistenza di Roccamena. La sua è una figura limpida, stimato e amato da tutti nel paese. Suo padre è altrettanto conosciuto: aveva guidato le occupazioni delle terre, e per questo era stato fatto segno di un attentato mafioso. Ed è in questa zona d’altronde che operava Liggio, è qui che sono stati ammazzati
i fratelli Ancona.
Il motivo di scontro più grosso nel paese oggi però è un altro: la giunta di sinistra sta conducendo una dura battaglia contro gli speculatori edili, tra i quali in prima fila c’è il costruttore Peppino Garda, padrone anche di un grande vigneto (la coltivazione della vite è l’attività più diffusa nella zona). Garda è, tra l’altro, il nonno dell’enologo Francesco Madonia, rapito dall’Anonima Sequestri di Luciano Liggio. Il compagno Morreale era venuto a conoscenza di qualche retroscena sul sequestro? In questo senso conducono le indagini gli inquirenti. Un esponente del PSI ha dichiarato: «Tutta la famiglia Morreale ha qui in paese una collocazione precisa. Siamo alla ricerca di una analisi di un evento che abbia potuto spingere qualcuno alla vendetta estrema. Noi pensiamo
ad un delitto politico”. L’hanno ammazzato come ammazzarono Salvatore Carnevale, come tutti i compagni trucidati dalla mafia in Sicilia negli anni ’50. Ma oggi è diverso. Il suo nome va ad aggiungersi a quelli dei compagni caduti in questi mesi per mano dei fascisti e delle forze dell’ordine: il compagno Morreale
è vittima della furia dei reazionari che vedono sempre più ristretta la loro possibilità di pesare e di contare.
FONTE: Lotta continua, 20 giugno 1975
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