1.1.87: muore in cella Mario Scrocca, un suicidio improbabile

Mario Scrocca, ex militante di Lotta Continua, è trovato cadavere nella sua cella a Regina Coeli il primo maggio del 1987. Le circostanze della morte sonotutt’altro che chiare. La storia l’ha ricostruita la sua compagna Rossella Scarponi. Sensibili alle Foglie ha pubblicato lo scorso autunno il suo libro, Soli Soli. La scelta letteraria del racconto di fantasia è motivata da un’esigenza di distacco emotivo ben comprensibile.
A Regina Coeli, Mario c’è finito da un paio di giorni. Lo accusano della strage di Acca Larentia. Lo ha tirato in mezzo una pentita, Livia Todini, che parla di un tale Mario, dai capelli ricci e dai colori scuri. All’epoca dei fatti la Todini ha 15 anni. Non ha neanche riconosciuto Scrocca nelle ricognizioni fotografiche. Il mandato di cattura nei confronti dell’uomo sarà revocato dal Tribunale del Riesame tre giorni dopo la sua morte. Ne sancisce l’innocenza troppo tardi.
Tutti i dubbi sul suicidio
La causa dichiarata della morte in carcere è l’impiccagione. La vittima è un detenuto considerato a rischio, imprigionato in una cella anti-suicidio e sorvegliato a vista dai secondini. Gli elementi che non tornano siano tanti:
- lo spazio minimo – due millimetri – intercorso tra i piedi del ragazzo e il water sopra il quale Mario sarebbe rimasto nel vuoto, con al collo legato un cappio formato dalla federa del cuscino e i lacci delle scarpe;
- la presenza sulle scarpe delle stesse stringhe, di cui una addirittura allacciata, al momento dell’arrivo del corpo all’ospedale Santo Spirito;
- l’assenza di lesioni da strozzamento sul corpo di Mario;
- la presenza di un evidente ematoma sulla spalla e sul collo, dichiarato dal personale medico non riconducibile alla pressione provocata dalla stoffa della federa;
- il trasporto del corpo al nosocomio non nell’ambulanza in dotazione al carcere, ma nel portabagagli di una Fiat 128;
- la sparizione dei documenti originali relativi all’arrivo in ospedale e alla requisizione degli oggetti personali al momento dell’arresto;
- l’occultamento del cadavere ai familiari fino al mattino successivo.
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