14 dicembre 1976: agguato dei Nap, muoiono Martino Zicchitella e un agente
Il 14 dicembre 1976, agguato al vicequestore dell’Antiterrorismo di Roma Alfonso Noce. I Nap uccidono un agente della scorta, Prisco Palumbo. Sul terreno, colpito alle spalle, presumibilmente da “fuoco amico”, resta anche il nappista Martino Zicchitella.
La dinamica dell’assalto
A determinare l’incidente l’improvviso venire meno di uno dei militanti dei Nap. Un irregolare napoletano non si presenta, infatti, all’appuntamento operativo. Così, con un uomo in meno, si modifica la formazione degli uomini in azione e Zicchitella finisce per cadere sul campo.
I militanti dei Nuclei Armati Proletari si appostano in un furgone, scendono dall’automezzo e danno vita a un conflitto a fuoco. Un proiettile di mitra raggiunge la tempia di Palumbo. L’agente muore mentre è ancora al volante dell’auto. Sono invece, feriti il vicequestore Noce e un altro agente della sua scorta. La Digos di Roma, a conclusione di serrate indagini, riesce ad identificare e poi individua alcuni dei responsabili dell’agguato, facenti capo al “Nucleo armato 29 ottobre”. Tra essi tre napoletani: Raffaele Piccinino, Ernesto Grasso e Giovanni Gentile Schiavone, arrestati e condannati.
Detenuto comune, Zicchitella era stato tra i fondatori dei Nap. Nel maggio 1975 aveva partecipato alla fallita evasione dal carcere di Viterbo. Un tentativo collegato al sequestro in atto del magistrato dirigente ministeriale De Gennaro, rapito dagli stessi Nap. Nell’estate del 1976 aveva preso parte a una maxievasione dal carcere di Lecce. Tra gli 11 pericolosi detenuti fuggiti l’altro nappista Giuseppe Sofia, il “marsigliese” Matteo Bellicini, il famoso bandito sardo Graziano Mesina.
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