Cronache antirazziste. 19 ottobre. Lucano ringrazia Giggino: ma non posso venire a Napoli
Il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris, era già pronto a organizzare “qualcosa di significativo” per accogliere Mimmo Lucano in città. “Lo ringrazio, gli voglio proprio bene, ma non posso: c’è stato un equivoco, non ho mai detto “vengo a Napoli”. Cosi’ il sindaco sospeso di Riace in un’intervista a Il Mattino da Caulonia, in Calabria, paese di settemila anime a 19 chilometri da Riace.
Chi la sostiene?
“Altri sindaci e persone che ogni giorno credono che sia possibile un’altra dimensione nei rapporti umani”.
E i partiti?
“Io non faccio riferimento a loro, sono legato a un ideale politico: l’ultimo partito in cui ho militato è stato Democrazia proletaria”.
Salvini ha detto che “non è un eroe”.
“Lui – ha risposto Mimmo Lucano – rappresenta moltissimo l’autorità istituzionale, io niente: sono uno zero assoluto e non posso permettermi. Credo semplicemente di sostenere le istanze dei rifugiati e degli ultimi: appartengo a questa categoria, diversa dalla sua”.
Ma e’ vero che ha dormito in auto?
“La sera che è arrivata la decisione del Riesame mi è stato detto di prepararmi e andare via da Riace: a una bella notizia, la revoca degli arresti domiciliari, è seguito il provvedimento di non poter più stare lì dove per anni ho condiviso il sogno delle persone arrivate in Italia, ma anche un’idea di riscatto della nostra comunità e di un Sud che cerca di ribellarsi. Amareggiato, sono stato in macchina, una Giulietta che devo pagare a rate, portando con me una borsa con qualche libro e un maglione, senza sapere neanche dove andare: la zona non è molto sviluppata, difficile trovare un hotel a quell’ora”.
“E’ giusto che la giustizia faccia i suo corso e poi si dimostrerà dove è la verità” ha proseguito il sindaco. Qual e’ la verità?
“Ritengo di aver fatto sacrifici per inseguire un sogno. Rifarei tutto con entusiasmo, perché ho dato un contributo notevolissimo alla mia comunità contro la rassegnazione, lanciando, almeno per una volta, un messaggio di umanità al mondo. Un motivo di orgoglio”
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