E’ morto Lanfranco Pace una perdita per noi e il giornalismo

E’ morto oggi, 4 novembre 2023, Lanfranco Pace. Fu dirigente di Potere Operaio, si adoperò per salvare Aldo Moro e ne pagò il prezzo con carcere ed esilio. Nella sua seconda vita ruppe con il comunismo ma rimase un libertario immarcescibile e divenne un grande giornalista

Lanfranco Pace

Il “mio” Cossiga non era un santo, ma un “carognone” che quando ha avuto in mano il monopolio legittimo della forza l’ha usato senza risparmio, tra leggi speciali, carri armati schierati e pattuglie speciali antisommossa. Un cattivo molto per bene come solo può esserlo un barbaro “bien cultivé”. Dotto di grandi e piccole cose, usando una lingua forbita e sempre ironica, e se fu folle, shakesperianamente folle, lo fu perché diceva sempre con coraggio quello che pensava, sapendosi perfettamente impotente perché sfavorito dai rapporti di forza, curioso di tutto e di tutti fino ad accettare anche il corpo dei reietti, perché della politica e del mondo aveva un’idea solida e strutturata, uno che disprezzava l’apparire, la mondanità, l’ignavia. Ed è il solo che nel paese viscoso si è preso le sue responsabilità, fino a quella, terribile e tragica da cui mai si rimise completamente, di non essere riuscito a proteggere e a salvare Aldo Moro.

Lanfranco Pace, giornalista di successo

Così Lanfranco Pace, che ci ha lasciato oggi, scriveva in morte del presidente emerito, dicendoci molto di se stesso. Anche lui ci aveva provato a salvarlo. Si rese disponibile per tentare l’ultima disperata mediazione, per conto di Bettino Craxi, tramite i suoi amici brigatisti. Adriana Faranda e Valerio Morucci erano gli unici capi delle Br contrari all’esecuzione del presidente dc.

L’ha pagata cara, tra latitanza e galera. Ci ha messo quasi 20 anni a liberarsi di quel macigno. Ma ha saputo trasformare l’esilio in un’opportunità. A Parigi ha imparato il mestiere di giornalista all’alta scuola di Liberation. E al ritorno in Italia ha fatto cose belle e importanti. In televisione per i programmi a Rai 3 e Italia uno di Giuliano Ferrara con Lino Jannuzzi, poi alla 7, prima firma e poi conduttore di Otto e mezzo. E poi al Foglio

La militanza di Lanfranco Pace in Potere Operaio

Studente di ingegneria a Roma nel ’68 aveva portato alla corrente operaista del Movimento studentesco che avrebbe poi dato vita a Potere Operaio una presenza organizzata nelle facoltà tecnico-scientifiche. E’ tra i protagonisti dell’intervento operaio alla Fatme, la principale grande fabbrica della periferia romana. Dopo la tragedia di Primavalle condivide le scelte del gruppo dirigente romano. Aiutare i tre responsabili del rogo a fuggire per poi costruire una vergognosa campagna innocentista. [Da questo link, è possibile scaricare l’intero testo del volume “Primavalle, incendio a porte chiuse”, diviso in numerosi file per problemi di “peso” del Pdf, ndb]. Poche settimane dopo il convegno di Rosolina segnerà la fine dell’esperienza di PotOp. Spiegherà a Claudio Sabelli Fioretti:

Il semplice sospetto che alcuni militanti di Potere Operaio potessero essere coinvolti in una tragedia come la morte dei fratelli Mattei, i giovani fascisti bruciati vivi nella loro casa di Primavalle, fu insostenibile

La sua militanza si interrompe lì. Parte per il servizio di leva. Ha 26 anni e sono finiti i rinvii di studio. Si laurea. Con Paolo Virno, Lucio Castellano e Bibo Maesano dà vita a un centro studi. Con questi compagni nel 1979 animerà Metropoli, un giornale bellissimo e sfortunato: il primo numero esce dopo il 7 aprile e in pochi mesi tutta la redazione finisce in galera o in latitanza.

Il fumetto di Metropoli sul sequestro Moro

Toccata e fuga con le Br

Nel settembre 1977 Pace era stato coinvolto nel dibattito tra i militanti romani che volevano entrare nelle Br. Lui si chiama fuori:

Io dissi: “Chiedetemi tutto ma non di svegliarmi alle cinque per andare a incipriare di colla un caporeparto. Dopodiché se dobbiamo dividerci le responsabilità, ce le dividiamo, ma fatemi fare delle cose che corrispondano al mio istinto”. Non se ne fece niente. Lo stile di vita che mi prospettavano non corrispondeva al mio. Io amo la notte e loro, alle 8 di sera, tutti a casa. E poi, io clandestino? Con questa mole?. Pensavo che l’azione armata andasse bene se si intrecciava con i movimenti di massa. Altrimenti era una follia. Ma ero circondato solo da gente che voleva fare la lotta armata».

Quando nella primavera 1979 i suoi amici Morucci e Faranda rompono con le Br e perdono ogni appoggio logistico accetta, insieme a Franco Piperno, di aiutarli a trovare rifugio, presso una vecchia compagna di Potere operaio, anche lei docente di Fisica ad Arcavacata. Quando li arrestano, a fine maggio, finisce anche lui latitante …

La vicenda giudiziaria di Pace e Piperno per la Commissione Moro due

L’interrogatorio di Lanfranco Pace sulla “trattativa”

L’audizione di Lanfranco Pace in Commissione Stragi

Per concludere

Trent’anni dopo prende duramente le distanze dalle antiche connivenze su Primavalle: se fossimo stati un’organizzazione rivoluzionaria – ammetterà – avremmo dovuto essere noi a punirli. In seguito a una sciagurata intervista dal Brasile di Achille Lollo, il principale responsabile del commando, si trova coinvolto come mandante della strage.

Ma l’inchiesta muore per un’evidente contraddizione giuridica: se gli autori materiali sono stati condannati (e hanno avuto la pena prescritta) per omicidio colposo e incendio doloso, sono solo questi i capi d’imputazione contestabili a eventuali complici.

Non è più comunista, ormai, è fortemente critico con la catastrofe mentale e culturale della sinistra, ma rimane fieramente e ostinatamente contrario a ogni curvatura illiberale della compagneria:

Una platea di compagni che agitano le forche di sinistra mi fa venire il voltastomaco. Io consiglierei a chiunque di farsi uno stage di un paio di mesi in carcere per vedere come funziona la macchina giudiziaria.

Colombo e Virno sul Manifesto

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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