Quattro anni dopo, ricordiamo Mario Dalmaviva

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E’ morto ieri sera Marione Dalmaviva, figura storica dell’operaismo torinese. Leader degli studenti lavoratori nel ’68 fu tra i pochi torinesi ad aderire a Potere Operaio e non a Lotta continua. Sebbene non avesse seguito la traiettoria dei Comitati comunisti nella diaspora di Potop è stato arrestato e condannato nel processo 7 aprile. Dal profondo della cella della lunga carcerazione preventiva, che superò la pena finale, trovò il modo di offrire una satira minimalista in forma di vignette, pubblicate da Linus e dal Manifesto (vedi qui). Lasciò traccia della sua trasbordante umanità tra i tanti che condivisero un pezzo di “mala” vita. Voglio ricordarlo qui con il saluto commosso di Gabriele De Francisci, suo compagno di Risiko (regolarmente sconfitto) in un anno di convivenza nel carcere di Pisa:

Se ne è andato anche Mario Dalmaviva, un pezzo importante della storia di un Italia che ha cercato con una indiscriminata repressione di bloccare il fermento degli anni settanta. Con le sue vignette dal carcere ha raccontato e messo in berlina la stupidità di quella repressione. La sua umanità e la sua cultura mi hanno aiutato a capire tante cose, un anno passato insieme non è passato invano, Mario è rimasto nel mio cuore.

Magnaghi sul Manifesto

Sul Manifesto di oggi, Alberto Magnaghi, che con “Marione” condivise la sorte giudiziaria di essere incastrato nel processo per “insurrezione” dopo aver fatto parte della minoranza che alla deriva insurrezionale si opponeva, ricorda il drammatico bilancio di morti premature che ha falcidiato gli imputati del processo 7 aprile:

È morto Mario Dalmaviva. Ha resistito più di altri: la statistica dei compagni del Processo «7 aprile 1979» che hanno subìto una ingiusta carcerazione preventiva (fino a 5 anni e 4 mesi, come Mario) e sono morti prematuramente per malattia è impressionante: Luciano Ferrari Bravo, Augusto Finzi, Guido Bianchini, Franco Tommei, Emilio Vesce, Sandro Serafini, Giorgio Raiteri, Paolo Pozzi, Gianmario Baietta, Antonio Liverani… insomma, la galera uccide.

Il ricordo dei tanti caduti

Questo il post in tempo reale, la mattina del 21 luglio 2016. In questi quattro anni abbiamo provato a ricordare le storie di qualcuna delle vittime di questa morìa. A Franco Tommei abbiamo anche dedicato un testo più lungo, opera del suo alter-ego, Chicco Funaro. Ma anche di Mario Dalmaviva abbiamo potuto costruire un’immagine meglio definita, grazie a Chicco Galmozzi, che ci ha ricordato il ruolo da lui giocato nell’incubazione di Prima Linea:

Mario ha subito una lunga carcerazione in seguito ad accuse inesistenti e sbagliate. Questo dipende da due fattori. Il primo fattore è il fumus persecutorio di un pugno di magistrati ispirati dal PCI che ha operato una delirante ricostruzione della storia della sovversione politica in Italia, ma il secondo fattore, mi permetto di ricordarlo con una punta di orgoglio, è che non ci sono stati “pentiti” nel nucleo storico di Prima Linea.
Perchè, a fronte delle ricostruzioni giornalistiche e delle fantasiose attribuzioni del ruolo di capi a personaggi mediaticamente spendibili, Prima Linea nasce a Torino e, a questo punto è giusto dirlo, senza Marione, politicamente, anche se quando avviene la fondazione le strade si separano, non ci sarebbe stata Prima Linea.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

5 commenti su “Quattro anni dopo, ricordiamo Mario Dalmaviva

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