Napolitano il capo della banda: caro Ambrosini, dichiarare lo schieramento è sempre un pregio

Napolitano Re, Napolitano dominus, Napolitano grande sorvegliante di un Paese immobile che deve far finta di cambiare. Napolitano che con le sue scelte da grande burattinaio ha “portato il paese in una palude senza fine, con l’aumento costante del debito e una crisi industriale senza vie d’uscita stante l’impossibilità, dovuta ai vincoli europei, di rilanciare la domanda interna”. Il filo conduttore parte da quell’incontro nella sezione del Pci del viale Gramsci 6 avvenuto il 22 settembre 1973. Del resto è lo stesso Tassinari ad ammettere che, dopo avere sentito Napolitano parlare, all’epoca dei sogni barricaderi di gioventù, ci fu la bruciante consapevolezza dello scarto tra sogno e realtà che nei militanti, soprattutto se molto giovani, scava sempre dentro e a fondo. Questo piccolo e personale difetto di prospettiva non gli impedisce, tuttavia, di fornire al lettore un diario puntuale e interessante, a metà tra biografia e pamphlet, delle gesta del “comunista preferito di Kissinger”.

Così Alessandro Ambrosini conclude la sua recensione di “Napolitano, il capo della banda”. Per dare il senso della misura della distanza temporale è forse il caso di ricordare che all’epoca la strada (dove per altro ho trascorso la mia prima infanzia) si chiamava ancora viale Elena. Perché fosse dedicata al leader comunista ci vorrà la prima giunta rossa (insediata nel settembre 1975) con Maurizio Valenzi sindaco: anche egli senatore amendoliano e iscritto a quella sezione ma, a differenza di Napolitano, antifascista contro il regime e vittima di torture… Per il resto l’ho detto e lo ripeto: esplicitare il punto di vista e riconoscere il gioco continuo di retroazione tra soggetto e oggetto della narrazione non è un difetto ma un pregio… Comunque grazie, Ale.

Per il resto comincia a prendere corpo il tour estivo di presentazione. Dopo la premiere del 28 giugno a Cesena, queste le prime date di luglio:

11 luglio a Roccamonfina, organizzata e condotta da Antonio Migliozzi

14 luglio a Senise, organizzata dal Comune e condotta da Nicola Melfi

17 luglio a Napoli, con Giuseppe Manzo e gli amici del precariato giornalistico.

Qui il malloppo delle altre recensioni: la doppietta del Fondo di Miro Renzaglia (con intervista), poi il pezzo di Anna Rivelli, con i link per gli altri articoli.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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