Ricordando Nello Marignoli, un soldato italiano eroe della Resistenza in Bosnia

Marco Marcucci, un compagno viterbese, mi trasmette un testo di Pietro Benedetti sulla figura di Nello Marignoli, un gommista viterbese, marinaio imprigionato dai tedeschi dopo l’8 settembre, che fugge e diventa un eroe della Resistenza jugoslava. Una storia interessante in questi giorni di feroce battaglia culturale. Pietro Benedetti ha dedicato a Marignoli, morto nel novembre 2014, lo spettacolo Drug Gojko (Compagno Gojko)
Nello Marignoli, figlio di un benzinaio e gommista, è arruolato nella Regia Marina militare il 26 gennaio 1942 e nel maggio dell’anno successivo inviato come radiotelegrafista sul fronte greco-albanese a bordo del dragamine “Rovigno”, col quale compie cinque missioni. Attraccati al porto di Valona è lui, l’8 settembre, a captare sulle onde corte di Radio Cairo la notizia dell’armistizio che, in un primo momento, i suoi superiori credono solo frutto della propaganda nemica.
La prigionia e la fuga
Il giorno 12 i militari tedeschi salgono sulla nave per reclutare quelli che intendono combattere per il Terzo Reich: uno solo accetta, tutti gli altri marinai sono presi prigionieri. Nello viene internato in Bosnia, a Dubrovnik, Zitomislic e Citluk, dove sopravvive a stento e lavora come vulcanizzatore di pneumatici. Grazie a uno stratagemma e con l’appoggio di infiltrati dell’Esercito popolare di Liberazione della Jugoslavia, riesce a fuggire nell’agosto ’44. Entra nella Resistenza, dove trova migliaia di alpini della Taurinense e diviene radiotelegrafista nella X Brigata Herzegovaska con la quale prende parte a varie battaglie sui fronti di Dubrovnik, Mostar e Sarajevo.
Raggiunge Trieste a maggio del 1945 e a piedi e in autostop torna nella Capitale. Da qui rientra a Viterbo col trenino della Roma nord.
Per meriti di guerra, Marignoli ottiene il grado di Maresciallo, la Medaglia di Bronzo al Valor Militare, una Croce di Guerra e la qualifica di Partigiano combattente all’estero. Inoltre riceve la Spomen Medalju commemorativa da Josip Broz Tito. Nel dopoguerra segue le orme paterne continuando l’attività di gommista. Dedica il suo impegno civile all’ANPI per tutta la vita: nel 2011 è eletto Presidente onorario del Comitato Provinciale della sua città.
Lo spettacolo Drug Gojko
Ho potuto scrivere e interpretare lo spettacolo Drug Gojko che parla della sua storia militare civile e sociale; Nello me l’ha offerta come un dono particolare, il suo messaggio di pace e di verità contro ogni guerra.
Aveva la stessa età di mio padre e pensavo di arrivare da lui come un figlio, ma lui mi ha accolto come un nipotino e con quel particolare linguaggio che hanno i nonni, mi ha aiutato con i suoi racconti a capire perché essere partigiano, la sua verità dei sentimenti che aveva provato incontrando un altro popolo, il suo continuo rispetto per la cultura di quegli uomini e di quelle donne che lottarono insieme a lui per la libertà; la sua purezza nel tornare a casa, al suo lavoro, senza pretendere.
Il solo riconoscimento lo riceve nel 1964 dal popolo Slavo, e poi questa sua lingua slava “viterbesizzata” con dolcezza, è così che ho potuto registrare da spettatore le emozioni di un grande attore di vita, grazie Nello per avermi insegnato a diventare testimone per la pace.
Con Nello se n’è andato l’ultimo combattente partigiano viterbese.
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