Nello scrigno del tempo: un confronto a più voci nel trentennale della strage di Bologna
“La tendenza a ragionare per schemi e logiche di fazione è un male corrente ma su questo terreno mi pare che qualcosa si muova anche nel colpevolismo di sinistra – dice Ugo Maria Tassinari in un’intervista a Il Fondo di Miro Renzaglia – Che dopo essersi accontentato per anni della condanna e aver esplicitamente teorizzato che comunque non c’era motivo di difendere i fascisti da un’accusa debole e contraddittoria, oggi comincia a porsi il problema di una giustizia quantomeno incompiuta”. Tassinari – che nel suo “Guerrieri” eviscera la vicenda – non è il solo a porre sul tavolo la questione.
Così Emma Moriconi ieri sul Giornale d’Italia, in un pezzo sulla strage di Bologna. Di quell’intervista per il trentennale della strage mi ero dimenticato. In realtà si tratta di un confronto a più voci, equilibrato: tre di sinistra (Beccaria, Colombo, io) tre di destra (Adinolfi, Cutonilli, Rapisarda). Qui mi limito a rimettere in sequenza le mie risposte, con qualche interpolazione tra parentesi quadra, e rimando al link per il testo integrale, che merita:
Sulla riapertura delle indagini – A me [la sentenza] non mi ha convinta mai. E’ positivo il dato politico che si allarghi il fronte di chi non è soddisfatto del giudizio definitivo (anche un colpevolista come Mastelloni evoca una nuova categoria criminale: la strage in appalto e riesuma i mandanti senza prendersi la briga di individuare gli intermediari). Ma sul terreno giudiziario siamo assolutamente nel vago, su semplici ipotesi di lavoro.
Sul libro di Fasanella e Priore – Condivido, in linea di massima, l’impianto del ragionamento di Priore e Fasanella [l’intrigo internazionale], anche se sono scettico sul ruolo assegnato all’Autonomia ma non mi pare che si possa parlare di una pista investigativa capace di produrre risultati sul piano giudiziario.
Sulla credibilità della pista palestinese – Sulla base degli elementi prodotti, no. Kram che consegna il documento autentico in albergo ed è seguito passo passo nel suo soggiorno italiano mi lascia assai perplesso [dubbi espressi anche da Andrea Colombo]. Così anche la tempistica rispetto alla vicenda del lanciagranata del FPLP sequestrato a Ortona a fine 79 con l’arresto del fiduciario del gruppo e del leader di via dei Volsci.
Sulle opposte tifoserie – La tendenza a ragionare per schemi e logiche di fazione è un male corrente ma su questo terreno mi pare che qualcosa si muova anche nel colpevolismo di sinistra. Che dopo essersi accontentato per anni della condanna e aver esplicitamente teorizzato che comunque non c’era motivo di difendere i fascisti da un’accusa debole e contraddittoria, oggi comincia a porsi il problema di una giustizia quantomeno incompiuta.
Quattro anni fa, quindi, erano per me già del tutto evidenti le ragioni dell’inconsistenza della pista palestinese …
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