#Nolockdown: petardi a Catania e Salerno, corteo al Vomero

Proteste gravi si sono susseguite ieri in tarda serata a Catania contro le chiusure disposte dall’ultimo decreto emanato dalla presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) per contenere la diffusione del Covid-19. Nel corso dei tafferugli avvenuti sotto la sede della Prefettura in via Etnea sono state lanciate due bombe carta. Le deflagrazioni non hanno causato alcun ferito, ma hanno fatto scattare uno scontro tra i manifestanti che poi in nottata è rientrato. Nessun contatto tra loro e le forze dell’ordine. L’iniziativa era stata preannunciata da una campagna promossa da giorni sui social network da un anonimo e all’appuntamento si sono presentati in diverse centinaia di persone.

Si è invece concluso senza incidenti la manifestazione contro le chiusure del Dpcm che ha visto la partecipazione di circa duemila persone. Il corteo ha fatto un lungo giro nelle strade del quartiere Vomero, violando l’orario
del coprifuoco (fissato in Campania alle 23) e scandendo slogan contro il premier Conte e il governatore De Luca. Il numero dei manifestanti si è progressivamente ridotto fino a ridursi a un sceso a un centinaio di persone, ferme in piazza degli Artisti in modo pacifico sempre sotto la sorveglianza di un ingente spiegamento di forze dell’ordine.

La rabbia di bar e palestre

 “Il nuovo stop ai locali con la chiusura alle 18 è prima di tutto un colpo ai dipendenti, alla classe operativa dei bar che oggi si ferma di nuovo. Non abbiamo sostegno da uno Stato che sta pagando ora le casse integrazione di maggio. E’ molto pericoloso” . Diego Guida, gestore di bar e uno dei promotori della manifestazione di imprese al Vomero, ha illustrato all’Ansa le ragioni della protesta.
“Il tracciamento non funziona – spiega Guida – lo Stato si è trovato con questa seconda ondata che tutti si aspettavano ma ci chiediamo, che hanno fatto in questi mesi? Perché non hanno preparato la sanità? Intanto noi siamo già  indebitati e schiavi delle banche”.

In piazza anche molti gestori di palestre, chiuse: “Già  dal primo ottobre – spiega il titolare di una palestra in centro a Napoli – quando De Luca fece trapelare il rischio di stop. Siamo soli in palestra, ma abbiamo restrizioni e pochissimi incassi da maggio. Ci stiamo indebitando per gli affitti, io pago 4000 euro ma di certo ora non li guadagno. Lo Stato ci sta abbandonando
come se dalle nostre sale fosse nato il covid”.

A manifestare anche gruppi di persone senza mascherina che vedono il Covid come “un progetto per ridurci alla fame e venderci alla Cina”. Una docente indossa la maschera di Vincenzo De Luca. “Protesto contro di lui – dice Paola – perché ha chiuso la scuola e la didattica a distanza non ha lo stesso valore. Le misure sono rispettate dai presidi che ci hanno lavorato tutta l’estate e non è giusto che gli alunni delle scuole superiori vengano bloccati a casa”.

Un grosso petardo a Salerno

La scorsa notte, sempre in Campania, un gruppetto di manifestanti, a Salerno, ha tentato di raggiungere il quartiere “Carmine” in cui abita il governatore, Vincenzo De Luca. Le forze dell’ordine, schierate in tenuta antisommossa in diversi angoli della città, hanno evitato che potesse accadere, disperdendoli. La protesta era nata in maniera pacifica da oltre
un centinaio di esercenti intorno alle 23 in piazza Amendola, nei pressi di Municipio e prefettura, che hanno sfilato in corteo tra le strade del centro cittadino. In via Roma, è stata occupata la carreggiata ed è stato fatto esplodere un grosso petardo.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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