10 agosto 1978, Bergamo: tre bombe a caserme CC. Notte dei fuochi anti-repressione

Poco meno di dieci minuti: tre attentati, un ferito. Gli obiettivi sono stati, questa volta, tre caserme dei carabinieri in tre centri nei dintorni di Bergamo: Ponte S. Pietro, Zanica e Grumello Del Monte. Il ferito è un carabiniere : Giovanni Vergottini, di 19 anni, che si trovava all’interno della caserma di Ponte San Pietro. E’ stato investito da frammenti di vetro e da scheggie di pietra alle braccia e ha riportato ferite per fortuna non gravi.

Gli attentati sono stati «firmati»: nella tarda mattinata è stato trovato un volantino con il quale le sedicenti Squadre Armate Operaie e i «Nuclei Armati per il Conumismo» rivendicano la paternità del grave attacco contro le stazioni dei carabinieri.

Tutto è avvenuto nel giro di pochissimi minuti, nella notte tra mercoledì e giovedì. Ponte S. Pietro, Zanica e Grumello Del Monte sono centri a una decina di chilometri da Bergamo, ma su tre direttrici diverse: il primo lungo la statale che porta a Lecco, l’ altro lungo la strada che va a Treviglio e il terzo in direzione di Brescia. Per raggiungerli tutti e tre, in auto, ci vuole una buona mezz’ora. E’ stato, con ogni probabilità, un solo commando a compiere gli attentati: più di un testimone ha infatti notato in tutte e tre i luoghi una Giulia chiara e una Kawasaki di grossa cilindrata. Ma vediamo come sono stati compiuti i tre attentati nel dettaglio.

Ponte S. Pietro. ore 0.45. La strage è stata evitata per un soffio. La bomba — un ordigno ad alto potenziale — è esplosa davanti all’ingresso della caserma mentre stava rientrando il carabiniere De Simone che momentaneamente dirige la stazione. «Ho visto del fumo — dice — non ho fatto neppure in tempo a dare l’allarme e c’è stato lo scoppio». Fortunatamente era defilato e l’esplosione non lo ha investito. Ferito è rimasto invece il carabiniere Vergottini che si trovava all’interno. E’ stato giudicato guaribile in dieci giorni. La caserma è situata su una strada che parte dalla statale (quasi all’imbocco del Paese). Nella stessa strada sorgono condomini e palazzine. Per avvicinarsi alla caserma gli attentatori hanno aperto un varco nella rete me fallica che circonda il giardinetto alle spalle dell’edificio e hanno deposto l’ordigno proprio di fronte all’ingresso. Lo scoppio è stato di una violenza devastante. Una cancellata è stata strappata dal muro e scaraventata a pezzi nella palazzina, gli scalini dell’ingresso sono praticamente scomparsi, crepe si sono aperte sui muri, mentre l’interno degli uffici veniva sconvolto: porte abbattute, mobili rovesciati, calcinacci ovunque.

Zanica. ore 0.50. Un boato tremendo, udito nel raggio di alcuni chilometri. La carica esplosiva ha letteralmente distrutto l’ingresso della caserma, fatto saltare tutti i vetri, lesionato alcune pareti e soffitti. La palazzina ad un piano che ospita la stazione dei carabinieri, è alla periferia del paese, in una zona solitaria che ha permesso agli attentatori di agire indisturbati e con la massima tranquillità. I carabinieri che si trovavano all’interno sono rimasti incolumi. Uno di loro aveva udito, poco prima, il ripetuto passaggio di un’auto.

Grumello Del Monte, ore 0.55. L’ordigno fatto esplodere davanti alla caserma ha devastato larga parte dell’edificio e largamente compromesso la .struttura interna, comprese le cantine, dove si trovano le camere di sicurezza e il piano superiore dove vi sono gli alloggi del comandante e dei carabinieri. Gli attentatori hanno piazzato la bomba davanti alla porta secondaria. protetti dall’oscurità. Quando è avvenuta l’esplosione erano all’interno il comandante della stazione con la moglie e un giovane carabiniere il quale aveva lasciato pochi minuti prima il locale della cucina che. dopo lo scoppio, appariva totalmente distrutto.

La rivendicazione

Tre attentati in pochi minuti, effettuati con una tecnica estremamente perfezionata, come dimostra la quasi contemporaneità delle esplosioni, l’esplosivo usato, gli effetti che questi attentati hanno avuto.

Quasi dodici ore dopo, verso mezzogiorno e mezzo, gli attentatori si sono fatti vivi. Una voce femminile ha telefonato al quotidiano l’Eco di Bergamo, informando che vi era un documento interessante in un cestino della spazzatura nella centralissima via Guglielmo D’Alzano. Era la fotocopia di un dattiloscritto con il quale le «Squadre Armate Operaie» e i «Nuclei Armati per il comunismo» informavano di essere gli autori dei tre attentati. (…) I tre attentati sono stati compiuti a Bergamo perché in questa città i carabinieri, assieme alla magistratura, sono particolarmente attivi.

Questo riferimento potrebbe far collegare i tre attentati alla sentenza, pronunciata il 24 luglio scorso, contro quattro estremisti arrestati dai carabinieri e condannati dalla magistratura di Bergamo per detenzione di armi. Ma da tempo, nel bergamasco, si susseguono atti di violenza.

I precedenti più gravi

Già verso la fine dello scorso anno vi furono, in occasione di manifestazioni studentesche. lanci di bottiglie molotov contro auto e pullman privati e contro mezzi della polizia. Una violenza che ave va anche un aspetto non strettamente politico e che si manifestò con gravissimi atti di teppismo allo stadio in seguito a deludenti risultati deil’Atalanta.

Finita questa fase, ne subentrò un’altra che ebbe come protagonisti gruppi più ristretti: un attentato alla caserma dei carabinieri di Dalmine e un incendio che distrusse larga parte dei magazzini della Philco di Zingonia. L’episodio più grave è però dei primi giorni dello scorso giugno; un gruppo di criminali mascherati attaccò il comando dei Vigili Urbani della città alta.

Così l’Unità ricostruiva il giorno dopo la notte dei fuochi contro i carabinieri a Bergamo. In sede di maxiprocesso la campagna dinamitarda fu attribuita alle Squadre armate, articolazione sociale e territoriale di Prima Linea, e a una sigla locale, Proletari armati per il comunismo, da non confondere con il più noto gruppo armato. Un gruppo quest’ultimo, a forte trazione femminile. Tanto che alcuni attentati, contro i negozi di abbigliamento che trasformavano la donna in oggetto, nel successivo mese di ottobre fu rivendicato dalle “Proletarie armate contro il comunismo”

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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