Il primo morto dimenticato del ’68 è un operaio sardo
12 settembre 1968 – A Lodè (Nuoro), nel corso di una manifestazione, i carabinieri intervengono aprendo il fuoco sui dimostranti e uccidendo l’operaio Vittorio Giua
C’è pochissimo in rete sul primo morto del ’68. La stessa frase rimbalza da una cronologia di movimento all’altra. Riportando tutte lo stesso errore. Vittorio Giua è morto il 5 settembre e non il 12. E la sommossa era in realtà un conflitto tra paesi, per il controllo di mille ettari di terre contese da un secolo con Siniscola, che precipita in faida. Ce lo racconta dieci anni fa la Nuova Sardegna.
«I lavori vanno bloccati immediatamente». Lodè alza la voce e chiama subito in causa sia la prefettura sia l’Ente foreste. «Stavolta non staremo a guardare, vogliamo risposte chiare e definitive». È con queste parole che ieri sera in municipio si è chiusa un’assemblea popolare dai toni particolarmente accesi. Da un lato il paese è pronto alla rivolta, dall’altro il sindaco Graziano Spanu annuncia le dimissioni se la «questione di Sa Mela» non verrà risolta una volta per tutte. All’origine del malessere, infatti, oggi come ieri c’è il cosiddetto «cuntestatu», una fascia di terreni del Montalbo contesi tra i Comuni di Lodè e Siniscola. Tema spinoso e già bagnato con sangue innocente, nel 1968. Allora, infatti, la diatriba tra i due confinanti portò alla «rivoluzione», chiusa con la morte di Vittorio Giua, un giovane muratore di appena ventitré anni. Negli anni a seguire ci furono altri omicidi, da una parte e dall’altra. Una vera e propria faida. Apparentemente chiusa e dimenticata.
Per ricordare il giovane operaio, “stimato” e “pacifico” dal 2016 organizzano un memorial ciclistico, 90 chilometri, con partenza da S. Anna, la frazione delle terre contese, per cui morì, durante una “sommossa” Vittorio Giua, “per un colpo di fucile”. Ma niente su chi e come ha sparato.
Alla fine, in soccorso, arriva il nostro grande amico Zuckerberg. La lapide che vedete sopra e i testi che seguono sono presi dalla pagina “Lodinos de Lodè”, che sarebbe a dire “napoletani di Napoli”.
Una triste pagina del ‘900 lodeino: il 5 settembre 1968 Vittorio Giua viene ucciso in località Riu Siccu (S’adde), durante una sommossa popolare.
Pasquale Sanna commenta: Me lo ricordo…abbastanza bene questo episodio… avevo appena 11 anni… Una tragica fatalità ‘ ha portato via ” Vittorio”, persona degna di stima e di rispetto… Il paese intero… ha vissuto drammaticamente questa scomparsa prematura… il giorno della sommossa ricordo ancora che, lui era al lavoro faceva manovale o muratore… ha lasciato tutto in sospeso, per unirsi ai Lodeini e dare manforte… in questa mesta localita’ ” Riu Siccu”… Il destino gli è stato fatale..per un’imprudenza di un Carabiniere nel maneggiare il mitra…. Un abbraccio a Vittorio… che ci guarda da sempre da lassù…….
Ora, grazie a ziu Mark, possiamo tornare all’archivio storico dell’Unità, superando lo sconcerto suscitato dall’assenza di notizie sul giornale del 13 settembre. E le troviamo a pagina 2 dell’edizione del 7 settembre.
Ma se è moto il 5 settembre perché i funerali si svolgono il 17 settembre (Unità 18 settembre)
In casi di morte violenta i funerali devono essere autorizzati dalla magistratura che indaga sugli eventuali crimini. E’ ipotizzabile che il medico abbia preso tempo per completare l’esame autoptico necessario per consentire la restituzione del cadavere