Orlando, assalto al club glbtq: 50 morti, 53 feriti. Il killer ha origini afghane
Ha un nome e una storia l’assalitore del locale LGBTQ Pulse a Orlando, in Florida, ucciso dalle forze dell’ordine dopo un assedio. Il suo nome è Omar Mateen, è del 1986, ed è americano, originario della città Port St. Lucie, in Florida, ma figlio di profughi afghani. L’uomo, di professione vigilante, è entrato stanotte nella discoteca armato di una pistola e di un fucile d’assalto Ar-15 e ha aperto il fuoco sulle persone che stavano ballando, uccidendone almeno 50. In un primo momento il bollettino delle vittime era di venti ma è peggiorato nel giro di poco tempo. I feriti sono almeno 53. Il padre del killer propone un movente: “Era impazzito quando aveva visto due uomini baciarsi due mesi fa”. Si tratta quindi di un crimine dell’odio e non di terrorismo di ispirazione religiosa ma i siti della galassia jihadista esaltano il martire: “Miglior regalo per il Ramadan”
Durante l’assedio, durato alcune ore, gli ostaggi hanno chiesto aiuto con messaggi su Twitter. “Quattro di noi sono ancora nascosti – scriveva uno di loro – le luci sono spente nel club. I poliziotti sono qui, ma non sono ancora entrati”. Sulla pagina Facebook del club, quando l’uomo ha fatto irruzione nel locale ed ha iniziato a sparare, era stata postata la scritta: “Uscite dal locale e mettetevi a correre” .
Secondo un testimone a sparare sarebbero stati in due. Uno dentro al club e un altro fuori, a bordo di una macchina. Anthony Torres era appena uscito dal locale quando ha sentito il rumore di spari, è tornato indietro e ha visto “persone che correvano e scappavano”. Il testimone ha raccontato anche di aver visto diversi feriti a terra nel parcheggio e altri caricati sulle ambulanze. Su Twitter e Facebook sono state postate molte foto di ambulanze e polizia da parte di chi era dentro al locale ed è riuscito a scappare. Un altro testimone, Ricardo Almodovar, ha raccontato che “stava ballando quando ha sentito gli spari” ed è riuscito a scappare attraverso l’uscita di sicurezza dietro al bancone del bar.
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