Addio a Paolo del Bufalo. Una perdita che ci lascia senza fiato

Dalla pagina facebook di Oreste Scalzone apprendo della improvvisa scomparsa di Paolo del Bufalo, morto il 29 gennaio, stroncato in un paio di mesi da un cancro ai polmoni. Un compagno generoso che ho avuto modo di frequentare poco ma di cui ho sempre apprezzato la disponibilità, l’arguzia, il disincanto. In molte occasioni si è fatto carico e risolto problemi importanti. Aveva saputo risollevarsi dal disastro patito (la sua agenzia di comunicazione travolta dai debiti per le insolvenze del maggior cliente) senza incarognirsi. Ci incrociavamo spesso su facebook condividendo il gusto della sfida al pensiero psicopoliziesco dominante. Un abbraccio forte. Ciao, Paolo.

COME UNO CHE PARLA DA SOLO ?/ Voglio parlare oggi, anche ‘qui’, di un amico appena perduto : PAOLO DEL BUFALO. Per ora, non riesco a metter delle ‘parole in fila’ per esprimere anche a fatica e con malcerta possibilità d’esser capace d’esser inteso, l’improvviso immediato stupore, l’incredulità forse sciocca, già altre volte conosciuta persino quando una morte era annunciata, se ne era già cominciato ad elaborare il lutto – ma che ogni volta sembra la prima, e si ha l’impressione del ”come non mai”… Questa volta la sorpresa è stata fondata, il non esser stato al corrente di nulla rende più crudele lo sgomento. Solo pochi giorni prima il pensiero era corso a lui nella sala buia di un cinema – ma, a che addentrarsi ora in narrazioni e spiegazioni, a rischio di spreco e di dare in pasto al proteiforme e caleidoscopico mood in crescente vigore, alla rissa di ‘riflessi condizionati’ con la consistenza inattaccabile del delirio…comunque non ora e forse non qui.

La sua allegra serietà

PAOLO, conosciuto o ri-conosciuto nella condizione fuggiasca che molti.e eufemizzano col termine «esilio». Le parole «amicizia» e «complicità» rendono il fondo, come ‘primigenio’, di una vita capace di trasmettere energia ed una sorta di allegra serietà che ha orrore del ”serioso”. Non ho cuore per un epicedio, e dunque per ricordare tutti i gesti di solidarietà concreta per tanti e tante della ‘compagnerìa’ ribelle e fuggiasca.
Se non tento di esemplificare di più, se rinvìo – ché è dannatamente ‘troppo tardi’ rispetto al lungo momento di coalescenza di affetti singolari in una «cerimonia degli addìi» in cui ci si consola assieme, sull’orlo del lungo ‘travaglio’ d’elaborazione del lutto –, è che la mia propria risorsa d’energia è scivolata nella soggettiva sensazione dell’inesprimibile.
La cadenza dei lutti – quelli che irrompono e quelli che rigurgitano e continuano a riaffiorare – è incessante e infernale, ormai pressoché quotidiana, è ipoteca primaria sulle giornate.

Il vitello grasso a Roma

Adesso, è PAOLO. I ”Centocellaros da sempre, e per sempre”, Luciano* e Giacinto* me ne han dato notizia. Ho avuto la forza solo di condividere lo sbigottimento e il dolore con Luigi*, e con Lucia*. Nella testa, tutto un fascio di memorie, di piani, di foto di gruppo, situazioni, vicende, momenti anche bellissimi. L’ ultimo ricordo è di quando, nel 1997, io a Roma clandestinamente*, con Vincenzo Sparagna andammo a suonare al suo campanello. Chiamato per una ‘piccola sorpresa’, scese, e scoppiò a piangere. E poi fu cena, poco ci mancava che arrivasse il vitello grasso… Ho nitide nel ricordo le facce di Patrizia, del loro primogenito Valerio ritrovato ragazzo grande, , di altri ed altre di piccola folla come ‘di famiglia’. E subito, con una fitta al cuore, mi chiedo perché mai in tutti questi anni da quando, «estinta l’eseguibilità della pena», sono incessantemente andirivenuto tra ‘paesi e città’, abbiamo finito per non ritrovarci – e ne saremmo stati così contenti… – come se il tempo davanti a noi per farlo fosse infinito. Ma è così che capita. Come nella morsa di una corsa col tempo che sempre manca e divora il vivere. Non è la prima volta che succede, forse sarà l’ultima ? Così la morte arriva a riunire, con derisoria crudeltà. ▒ Chi può, scusi le parole ‘sconclusionate’, specie per chi troverà che i riferimenti sono incomprensibili fuori di cerchia ristretta. Ma tant’è. Questo soltanto oggi son riuscito a dire. Ciao

Post scriptum

{[ So bene, che queste righe risulteranno a molta gente criptiche, e per questo magari irritanti. Ho però da precisare, che questo rettangolare ‘spazio’ dei ”Post”, mille e mille volte detestato eppur con ambivalenza di ambivalenze che ‘squartano’ continuato a frequentare, è proposto anche come DIARIO, diario intimo, no ? (che poi magari, invece di esser chiuso con chiavetta dentro cassetto chiuso – o lasciato squadernato con riuscito atto mancato alla vista di chi si teme e desidera legga –, viene esposto e dato in pasto senza pudori alla folla dei Giudizî, sapendo che potrà essere considerato sproloquio di ‘ferrovecchio’). ]}

No, Oreste, non lo è. Grazie

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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