Parigi brucia, per Ballardini è la prova generale della madre di tutti gli attacchi

PEZZO AGGIORNATO ALLE ORE 12.45 DEL 14 NOVEMBRE 2015

Mentre i nostri Tg non dicono un cazzo, basta andare un attimo sui canali dell’ISIS per venire a sapere che si è trattato di un’azione di risposta all’attacco con droni su Raqqa. Io però mi sono fatto un’idea precisa. Temo che sia la prova generale per lo swarm attack che avevano annunciato prima dell’estate e che io stesso ho tentato di segnalare su SKY News subito dopo l’attacco al museo del Bardo. Si parla di qualcosa che secondo i supporter dell’ISIS farà dimenticare l’11 settembre. Non si sa quando lo farebbero. Ma di sicuro è gente di parola. I jihadisti che anticipavano indiscrezioni su quel piano diversi mesi fa dicevano “Aspettate e vedrete…” Non ci resta che aspettare.

Così Bruno Ballardini, il saggista che ha prodotto un lavoro serio sull’Iris a partire dalla visione di migliaia di video, commenta a caldo gli attacchi di stanotte. E’ un’ipotesi che è da tempo all’attenzione degli analisti delle intelligence europee. Sul Sole 24 ore  Gianandrea Gaiani invita a riconoscere il passaggio esplicito a tecniche di guerriglia sperimentate sui campi di battaglia in Medio Oriente e ipotizza l’uso di un nuovo schema di gioco:

A inizio novembre un rapporto dei servizi di sicurezza francesi rivelato da radio France Info evidenziava l’altissimo rischio di attacchi trasversali compiuti da cellule terroristiche che agiscono “in trasferta”, cioè in Stati diversi da quelli dove vivono abitualmente. Jihadisti francesi che lanciano un attacco in Spagna o in Germania mentre i miliziani islamici tedeschi o spagnoli compiono attentati in Belgio o in Francia. Secondo gli 007 di Parigi gli attentati trasversali sono più facili da eseguire perché consentirebbero ai terroristi di sfuggire più facilmente al controllo dei servizi di sicurezza europei. L’Isis sembra quindi commettere sulla limitata condivisione di informazioni circa i potenziali terroristi islamici tra i partner Ue. Un “foreign fighter” francese appena rientrato dalla Siria ha infatti molte possibilità di venire controllato dai servizi di sicurezza di Parigi, decisamente meno da quelli di un altro paese

L’identificazione dei cadaveri chiarirà se siamo in presenza di questa innovazione organizzativa. Mentre in Italia evochiamo lo spettro dell’Intifada  per un’aggressione individuale ancora indefinita, dalla Francia arriva la spaventosa esibizione di forza di una guerriglia islamica organizzata e devastante. Tre distinte esplosioni intorno allo stadio, alle porte settentrionali della capitale, mentre è in corso la partita Francia-Germania e il presidente è in tribuna. Poi diversi commando in azione nel cuore della Parigi borghese (tra 10° e 11° arrondissement) per colpire bersagli esemplari della società dello spettacolo: due ristoranti, un locale da concerti, teatro di una spaventosa decimazione. Mentre scrivo questo aggiornamento, ancora frastornato da una notte di passione tra tv e pc, molti particolari cominciano a delinearsi: si parla di 7 distinti attacchi, di 8 terroristi uccisi mentre il bilancio delle vittime scende da  160 a 128 morti. Salirà sicuramente: tra i 200 feriti 80 sono gravi. A operazioni militari concluse in un bagno di sangue possiamo solo dire che la sanguinaria potenza dispiegata venerdì notte (quando era finita il giorno di festa dei musulmani ed era appena cominciato quello degli ebrei) già oscura il raid di Charlie Hebdo con i suoi pendant. E’ quella di stanotte il più grande omicidio di massa nella storia d’Europa, superando abbondantemente già la spaventosa performance di Breivik, dal cui modello operativo potrebbero aver preso ispirazione … Dalle prime testimonianze sembra che le tre esplosioni in periferia  abbiano preceduto gli assalti a mano armata in centro. Poi, al di là dell’emozione, bisognerà cominciare a ragionare sulla politica estera francese e sulle forze avversarie in campo per capire qualcosa in più della fenomenologia sanguinosa. La rivendicazione dell’Isis è esplicita: la Francia paga i raid aerei contro lo Stato islamico in Siria ma è chiaro che sotto accusa è tutto il suo attivismo sul fronte meridionale del Mediterraneo.

 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale