Parigi in fiamme. La Francia profonda dalla jacquerie al riot

Parigi in fiamme

Parigi in fiamme.  Il centro di Parigi brucia ancora. La blindatura della capitale, dopo il disastro d’immagine della battaglia della settimana scorsa, è stata travolta da qualche centinaio di casseurs. I dimostranti hanno aggirato e ridicolizzato l’impressionante dispositivo di sicurezza. Si poteva entrare sugli Champs-Elysees solo a piedi e dopo un’accurata perquisizione. Soltanto 200 gilet gialli lo hanno accettato. Gli altri hanno cominciato la battaglia dall’Arco di Trionfo, attaccando materialmente e simbolicamente tutto quello che capitava a tiro. 

Così ieri sera ho provato a sintetizzare quella che è stata una straordinaria giornata ma sarebbe sciocco considerare la piazza Statuto dei gilet gialli. Perché è evidente che la base di massa del movimento e il suo straordinario consenso affondano le radici nella Francia profonda. Nei milioni di provinciali che abitano nei comuni rurali e per andare a lavorare devono usare l’auto.

Una spaccatura storica

Una spaccatura profonda ha segnato gli ultimi secoli della storia francese. La Vandea contro i giacobini, i versagliesi contro i comunardi, il plebiscito per De Gaulle contro il Maggio. Ogni secolo ha avuto la sua epifania del conflitto permanente tra la campagna e la metropoli. Ieri invece, per una strana congiunzione, questa spaccatura si è ricomposta. Il più metropolitano dei soggetti ha scelto di farsi carico (o ha colto a pretesto per scatenare la sua potenza creatrice) della rabbia dei paesani.
La rivolta della Francia profonda ha preso così forma nel riot e non nella jacquerie. A scatenarla gli “ultimi moicani”, i nuovi barbari che nella società della morte del lavoro scelgono di ritornare classe pericolosa. E vanno all’assalto dei santuari della merce. Sono pochi e non c’è da coltivare grandi speranze. Ma è divertente pensare che a mettere Parigi in fiamme sia stato, più o meno, lo stesso numero di persone che ieri affollavano un teatro romano per l’ennesimo pippone autocelebrativo e inconcludente della sinistra italiana.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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