La rivolta di piazza Statuto nella storia dell’operaismo

celerini in marcia per la rivolta di piazza statuto

Un contributo di Chicco Galmozzi sulla rivolta di piazza Statuto e la discussione sulla presa di distanza della redazione di “Quaderni rossi” dalle violenze

Luglio 1962: per tutti quelli che hanno nostalgia del PCI (ma dove si parla anche di come anche le origini dei cosiddetti operaisti siano poco nobili…)
(estratto da “Pci e violenza operaia; 1962-1980“, al quale sto lavorando)

Un’autorete del Pci

A proposito della rivolta operaia di piazza Statuto, Giancarlo Pajetta e Sergio Garavini, futuro capo di Rifondazione comunista, parleranno di “provocatori fascisti”. Il 13 luglio 1962 un articolo dell’Unità, a firma Diego Novelli, titolerà: “Il retroscena della provocazione: 1500 lire e un pacchetto di sigarette”. E qui la cosa più surreale è che Novelli fa propria l’accusa, sostenuta da tre minorenni fermati in piazza, che dichiarano di aver ricevuto 1500 lire proprio dal segretario amministrativo del Pci Marchiaro.

Quando questi sarà convocato dal magistrato e messo a confronto con i tre, verrà scagionato pienamente in quanto gli accusatori non solo non lo riconoscono, ma dichiarano che “il suo nome è stato suggerito dalla Questura in cambio della libertà“. Nei giorni immediatamente successivi ai fatti il prefetto di Torino, Migliore, nelle note che trasmise al capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, si premurò di sottolineare come nei giorni degli incidenti diversi dirigenti dei partiti di sinistra si fossero tenuti in stretto contatto con gli uffici della questura e della prefettura.

Pajetta invoca il pugno di ferro

«Il segretario ed il vice segretario della federazione socialista» – scriveva – si intrattennero «a lungo nella notte del 9 luglio nell’Ufficio del Capo dell’Ufficio Politico della Questura esprimendo nella circostanza perplessità sulla piega presa dagli avvenimenti, sui moventi, sulle finalità. Analoghi contatti [ebbero] anche con il Questore i dirigenti della Federazione comunista e lo stesso On.le Sulotto». In un promemoria del 10 novembre, inoltre, il prefetto ribadiva e precisava ulteriormente le informazioni: «Fu infatti proprio l’On. Sulotto, – ex segretario della Fiom torinese – nel corso della notte in cui si svolsero gli episodi più gravi di piazza Statuto, [a] telefonare personalmente al Prefetto ed al Questore per protestare perché la polizia a suo avviso trattava con eccessiva dolcezza la teppaglia fascista», chiedendo «più drastici ed energici interventi».

Era giunta anche una telefonata di Giancarlo Pajetta – aggiungeva il prefetto –, sempre nel corso della notte, nella quale il prestigioso dirigente comunista aveva preso le distanze, a nome del partito, da quanto stava accadendo attorno a piazza Statuto, sollecitando anch’egli «più decisi interventi nei confronti dei manifestanti».

Per comprendere come certi atteggiamenti fossero comunque radicati nella sinistra del tempo va detto che, senza arrivare a questi limiti, perfino Quaderni Rossi parlò di “squallida degenerazione di una manifestazione operaia“. Lo stesso Raniero Panzieri inviò una serie di lettere ai giornali di sinistra dove prendeva le distanze dagli scontri.

“Quaderni rossi” prende le distanze dalla rivolta di piazza Statuto

In una lettera alla Cisl inviata per la pubblicazione anche alle redazioni de La Gazzetta del Popolo e de l’Unità e mai pubblicate, Quaderni Rossi definisce “totalmente inesatta l’affermazione che i collaboratori della rivista Quaderni Rossi abbiano preso parte agli scontri di piazza Statuto e tanto meno li abbiano provocati“. E poi, come fosse una prova : “Su ciò fa fede la partecipazione di tali lavoratori, in gran parte iscritti al Pci, al Psi, alla Fgs, all’azione sindacale, tendente in questi giorni a realizzare un possente sciopero unitario degli operai della Fiat . È nostra opinione inoltre, che incidenti come quelli di piazza Statuto, sono controproducenti ai fini di una lotta di classe avanzata …” .

La lettera di Panzieri all’Unità sulla rivolta di piazza Statuto

E pochi giorni dopo lo stesso Panzieri, in una lettera alla redazione romana dell’Unità, facendo riferimento alla “presunta partecipazione di Quaderni Rossi . .. ai fatti di piazza Statuto scriveva: “È persino ridicolo che voi abbiate potuto raccogliere una calunnia che semplicemente anticipava e aveva l’identico significato di quelle rivolte al partito comunista. ..” . E in una lettera a Pietro Nenni con lo stesso obiettivo di veder pubblicata sull’Avanti! la smentita: “incidenti come quelli di piazza Statuto in quanto manifestazione di anarchismo sottoproletario e occasione di provocazioni poliziesche e reazionarie, tendono a deviare il corso della lotta operaia dai suoi veri obiettivi e appaiono perciò in perfetta antitesi alla linea da noi sostenuta“.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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