Il giorno che a Volterra i compagni pestarono Concutelli

La storia della battaglia delle Murate (su cui ritorneremo domani con la dettagliata ricostruzione svolta da Nicola Rao, con la testimonianza di alcuni “neri”) ha avuto un buon riscontro di pubblico. Tra l’altro c’è arrivata, praticamente in tempo reale, il sequel, lo scontro a Volterra. I “rossi”, spalleggiati da un gruppo di ‘comuni’ romani sdegnati per la presenza in sezione di Izzo, pestano violentemente Concutelli e Franci. Il racconto, tranne un particolare rilevante, coincide sostanzialmente con la ricostruzione che ne fa Concutelli nella sua autobiografia. Del resto tante vicende di quegli anni ci hanno abituato a una sorta di effetto Rashomon.

Appena dopo lo scontro alle Murate arrivò a Volterra Franci; raggiunse così Izzo, che era già presente. Entrambi erano chiusi in sezione transito con la paura di farsi vedere all’aria. Poi li raggiunse un tale di Pavia (?) che aveva sparato a due fidanzatini su una panchina perché l’affettività in quel luogo lo disturbava. Anche il tizio di Pavia restava chiuso con loro.

Il racconto del “compagno”

I detenuti romani, che ambivano a massacrare Izzo, ci pressavano, ma noi non avevamo nessun desiderio di fare un’azione di forza per andare a prenderli alle celle. Finché un giorno li raggiunse Concutelli e a quel punto presero coraggio e uscirono all’aria al passeggio comune. Un nostro amico, detenuto comune, ebbe con loro uno scontro verbale, venne in sezione dove noi eravamo impegnati in un gruppo di studio, ci raccontò la cosa e questo ci spinse a passare allo scontro fisico. Per dimostrare a tutti la “guapparia” e che oltre che studiare sapevamo anche batterci, in tre di noi affrontammo i quattro fascisti. Izzo prese la fuga e se la cavò con due cazzotti, ma gli altri tre rimasero per terra e Franci ebbe alcune fratture al viso. La cosa fu gestita dalla direzione come rissa tra comuni romani e fascisti. Alla fine non fummo denunciati e potettero fare un processino senza clamore. Non usammo che le nostre mani (e teste, a dire il vero) avevamo comunque dei “guardaspalle” con adatto curriculum, che nel caso fossero comparsi coltelli, come alle Murate, avrebbero risolto la cosa.

La ricostruzione di Concutelli

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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