Ciao, Biondo. Oreste Scalzone saluta Piero Bassi
Un CIAO AL “BIONDO” (che qui riporto, al solito rivisto a fine di ‘leggibilità’, tardivamente ; arrancando discronico, cronopatico, dietro al ”tempus [che] fugit”, che sempre “manca”, e divora — sono già due giorni da quando avevo letto, ‘incassato’, e reagito ‘a botta calda’ su Wazzupp)
” ” Leggo adesso. Fiotti di ricordi, da quando — detto all’epoca ”Pierino”, forse per distinguere come tra gemelli : ‘Pierino Biondo’ e ‘Piero Nero’ –, …da quando, dicevo, capitava da noi a viaSolferino 9 a Milano. Passava, gentile ombroso forse timido, con altri ed altre Compa’, proveniente dalle lande del Sud[-Milano] — Lodi, Casalpusterlengo…, ‘la Comune’, ‘Collettivi Lodigiani’…tanti nomi, facce…, Cecco Cattaneo, che evocava come aura suo padre il partigiano “Lupo” dalle grandi mani, che aveva liberato le genti delle sue parti dall’aguzzino fascista detto ”La stria”… ||…|.
//// Eppoi, eppoi…, dopo un salto di qualche anno, ritrovatici in cella a Palmi, lui Arialdo io sottoscritto e mi pare Massimo Battini […], tutti sbarcati in quasi-simultanea in quel claustrofobico acquario con uno spettacolare ‘show’ di brand Dalla Chiesa […] Un ricordo ‘minore’ : aveva una tosse ‘che lèvati’, come si dice a Terni ((ma quando gliel’avevo ricordato pochi anni fa a Milano, dopo che — ormai potendo entrambi girare a viso aperto per le sue strade — ci eravamo incontrati alla presentazione di un ”beau livre”, grande, di Sante, quando dunque ci eravamo rincontrati, mi aveva detto che non gli pareva proprio di aver avuto questa tosse ‘clamorosa’. Understatement…).
//// Tornando a Palmi : mi ricordo delle risate in stile, ai miei occhi, ”très lumbard” (mi pare che in quella lingua si dica ”ghignare”, e c’é una sorta di ‘appercezione fisiognomica’ inesplicabile come i suoni onomatopeici)…ricordo dunque le ”ghignate” che si faceva quando nel cortile dell’aria sovrastato da griglie e sempregrigio, circolava, passato di mano in mano, “Il Male”, con le folgoranti vignette ‘sparagnèe’*.
//// Altro ricordo che affiora è di quando mi chiese se –– in virtù di una remota ‘parentela’ operaista con Rita Di Leo*, che per noi de ‘La Classe’ poi di ‘Potere Operaio’ e anche seguiti varî, faceva parte dell’aeropago di ‘mostri sacri’ di ”Classe Operaia” che avevamo preso come antesignani ; e che effettivamente era partita, sull’orma di ‘Mario’*, da un ‘altro Marx’, altro da quello incontrato da lui, il Biondo –– … mi chiese dunque se potevo fargli arrivare i ‘Bollettoni’ della sunnominata Rita Di Leo, éditi dall’Orientale di Napoli, sulle società, in particolare sovietica, e più in generale dell’Est ||…|
|||| Il ritratto rimbalzato qui in ‘whatsapp’ (che vedo ora esser di Mario, “Marietto”, Rossi *) è nitido, e ‘schizzato’ nella stessa ‘cifra’ di persona-personaggio di Piero, come il sorriso tra bocca e occhî, così enigmatico e complesso e pieno di sottintesi veri o suggeriti, che lui aveva. //// Ora mi fermo. Non c’è respiro, almeno sul momento, per andare avanti. C’è il solito e ogni volta diverso stuporoso sgomento. Ora mi fermo, e — se non suona disperato come una ‘stecca’ cantando una romanza — mando un ‘saluD !’
Oreste Scalzone
gli scritti di scalzone a parte la grande dignità ed onore dell’uomo suddetto sono avanguradistici come quelli di Antonio PIzzuto il joice italiano che però avrebbe arrestato Oreste perchè lavorava all’interpol