12 dicembre/1. Pintor si fida di Taviani: fu strage di Stato
Taviani: i servizi segreti coprirono i bombaroli
Ho letto e riletto le parole dette dal senatore Taviani in un occasionale raduno democristiano, che confessano la verità sulla prima delle stragi che hanno insanguinato questo paese: la strage di Milano, capostipite di una lunga stagione di politica criminale, prima in ordine di tempo e seconda, dopo quella di Bologna, per crudeltà e numero di vittime.
Una verità tranquilla. Quella della bomba fu messa «con la copertura dei servizi segreti». Ci fu un errore di calcolo, non c’era l’intenzione di uccidere tutta quella gente. Ma quella bomba fu messa e fatta esplodere «con la copertura dei servizi segreti», organi dello Stato e strumenti del potere politico.
Dunque ora lo si può dire con semplicità, prendendo il caffè: quella fu una strage di Stato. Quei ragazzi estremisti che allora scandivano nelle piazze questo estremo giudizio avevano ragione. Loro non erano credibili, ma il senatore Taviani è un responsabile massimo della politica italiana e lui può essere creduto. LEGGI TUTTO
La Strage è di Stato
Per raccontare la strage di piazza Fontana, di cui oggi ricorre il cinquantesimo anniversario partiamo dalla verità più antica ma sempre attuale: LA STRAGE E’ DI STATO. Ce lo ricorda Il Manifesto che, provvidenzialmente, recupera dal cascione un antico post (datato 1992) di Luigi Pintor, un nostro grande vecchio. Nessuna congettura: il testimone citato è il capo dei partigiani bianchi, il leader della rete di controinsorgenza antisovietica in Italia. Paolo Emilio Taviani consegnò alla storia le sue verità: ad agire erano stati patrioti, non era loro intenzione fare una strage. E quindi no, non eravamo ingenui quando eleggemmo a livre de chevet il volume prodotto in pochi mesi dalla controinformazione romana “Strage di Stato”, un testo che, pur con tutti i suoi limiti, ha concorso in maniera decisiva a deviare il corso della storia.
Le verità del giudice Salvini
Il volume lo potete leggere qui. Tra i materiali di appendice notevole un’intervista del 2000 al giudice Salvini che fissa, prima dei negativi esiti processuali, le sue verità acquisite, tanto nelle indagini quanto nello scontro con gli apparati da lui ripetutamente denunciati (nelle recentissima opera La maledizione di Piazza Fontana un’intera sezione è dedicato alle sue vicissitudini e alle sconseguenze subite dall’inchiesta). A seguire la prefazione dell’edizione Odradek, stampata in occasione del quarantennale della strage:
Una strage che ha cambiato la storia d’Italia
La strage di piazza Fontana ha cambiato la storia d’Italia. Su questo non esiste praticamente difformità di opinione tra nessuno dei principali o secondari soggetti politici, osservatori, politologi, storici attendibili o contafrottole di bassa lega. Le bombe esplose il 12 dicembre inaugurarono la “strategia delle stragi”, prolungatasi fino al 1980 – quella con il bilancio più alto di vittime, il 2 agosto, alla stazione di Bologna. Tutte incontrovertibilmente stragi di Stato, ovvero stragi compiute da uomini facenti parte direttamente degli apparati più “coperti” dello Stato, oppure da fascisti da loro personalmente organizzati, indirizzati,finanziati, protetti – senza alcuna eccezione, fino al momento di andare in tipografia con questa nuova edizione.
LEGGI TUTTO
Per approfondire
- Le verità giudiziarie e storiche di Pino Casamassima
- Il testo del libro “Strage di stato”
- Una strage che ha cambiato la storia d’Italia
- Fu strage di Stato: una bella discussione
- Salvini: quella prova dimenticata in un armadio
- Le stragi impunite per la guerra tra giudici
- Quel sospettato morto in Angola
- Ammazzan Saltarelli gli sbirri del questore
Lascia un commento