22 giugno 1977, Lotta continua attacca Prima Linea: quell’editoriale velenoso di Deaglio
“Anche se qualche giovine pensa di stare ripetendo le azioni gappiste di Giovanni Pesce, sotto l’occupazione nazista”. E. D.
E’ una coda velenosa quella dell’editoriale che il direttore del giornale, Enrico Deaglio, scrive per analizzare l’attività di Prima Linea e demolirne il progetto strategico. E se ne assume personalmente la responsabilità, siglando il pezzo.
E’ una coda gratuita: perché Prima Linea non combatte i fascisti, come i Gap, ma organizza campagne di attacco, in prevalenza con il metodo del sabotaggio ma non disdegnando il ferimento dei capetti, a sostegno delle lotte operaie in corso. Un’azione di avanguardia armata, quindi, ma che si collega direttamente al conflitto sociale tra classe e capitale, come riconosce lo stesso Deaglio:
Gli attentati, la stragrande maggioranza dei quali firmati «Prima linea» si susseguono con un ritmo ormai giornaliero. Dalla metropolitana di Milano, ai depositi tranviari di Torino in occasione delle prime due festività abolite, ai magazzini Sit-Siemens e Magneti Marelli, all’autoparco Fiat di Prato, al ritrovamento dei candelotti all’interno della Fiat Spa di Stura a Torino. Benché i messaggi che li accompagnino facciano esplicito riferimento a queste azioni come ad un «aiuto» alle lotte operaie, e colpiscano obiettivi che in qualche modo sono legati a vertenze, agitazioni o scadenze operaie, è altrettanto chiaro che la classe operaia non trae da queste azioni alcuno giovamento.
E’ una coda precisa: perché in quegli anni una lettura di culto era l’autobiografia di Giovanni Pesce, “Senza tregua”. E proprio al libro si erano ispirati i Comitati comunisti per il potere operaio, nati nell’autunno 1974, dalla fusione di fuoriusciti di Lotta Continua e di “eredi” di Potere Operaio nello scegliere il nome del giornale. Nell’autunno 1976, avendo perso un po’ di pezzi, le Ucc di Guglielmi e Torrisi e i Co.Co.Ri. di Scalzone e Del Giudice, i Comitati comunisti avevano dato vita, appunto, ai Gruppi di fuoco di Prima Linea, rete combattente di avanguardia collegata alle articolazioni territoriali delle squadre operaie e delle ronde proletarie per l’attacco diffuso. E i primi arresti torinesi avevano reso ben chiaro a Deaglio chi fossero i combattenti di Prima Linea …
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