11 ottobre 1978: Prima Linea uccide a Napoli il professor Paolella

L’ 11 ottobre 1978 a Napoli c’è il primo omicidio firmato da Prima Linea. I suoi militanti avevano già ucciso, per rappresaglia, fascisti e poliziotti, senza rivendicarlo come organizzazione. Il consigliere provinciale missino a Milano, Enrico Pedenovi, “giustiziato” il 29 aprile 1976, mentre non era ancora spirato il compagno Gaetano Amoroso, accoltellato a morte, a sua volta, come vendetta per l’anniversario dell’omicidio di Sergio Ramelli. Il brigadiere Ciotta, ufficio politico della Questura di Torino, il 12 marzo 1977, per vendicare Francesco Lorusso, ammazzato a Bologna dai carabinieri il giorno prima.

Dei membri del commando che uccide Paolella nessuno è napoletano. Una evidente forzatura, perché i militanti “storici” erano usciti un anno prima dopo la gambizzazione di un dirigente dell’Alfasud. E i ragazzini reclutati dai pochi quadri rimasti non hanno consistenza militare. Un errore terribile: perché Prima Linea si avvita in una concorrenza mimetica con le Brigate rosse che liquida gli aspetti originali dell’esperienza del gruppo armato che tenta di tenere assieme violenza di massa e di avanguardia

La ricostruzione dell’agguato

Ore 8.40 dell’11 ottobre 1978. Alfredo Paolella, medico legale titolare di Antropologia criminale all’Università di Napoli, si recò presso l’autorimessa del Vomero dove era custodita la sua macchina. Un gruppo composto da tre uomini e una donna lo affrontò, strattonandolo e scaraventandolo contro un pilastro.

Fu ucciso con nove colpi d’arma da fuoco. Un ultimo proiettile fu sparato a bruciapelo alla tempia destra. Alla esecuzione assistettero impotenti i titolari dell’autorimessa e il garagista. Un’ora dopo l’attentato fu rivendicato da Prima linea con una telefonata al quotidiano «Il Mattino». L’attentato si collegava alla “campagna” contro coloro che si dedicavano all’attuazione di un sistema penitenziario in linea con i principi fondamentali dello Stato democratico.

Il professor Paolella collaborava, infatti, con il Ministero della giustizia e con il magistrato Girolamo Tartaglione, il direttore del Dipartimento affari penali ucciso appena un giorno prima dalle Brigate rosse a Roma. Era infatti responsabile del Centro di osservazione criminale di Campania, Puglia e Basilicata, una struttura del ministero allocata a Poggioreale.
Gli autori materiali dell’omicidio furono identificati e condannati a 17 anni grazie ai benefici della dissociazione. Susanna Ronconi, Nicola Solimano, Sonia Benedetti, Bruno La Ronga e Felice Maresca  La corte d’Assise di Napoli assolse invece i membri dell’Esecutivo nazionale, chiamati in causa come ‘mandanti’: Marco Donat Cattin, Bruno Russo Palombi, Paolo Ceriani Sebregondi e Sergio Segio.


L’omicidio Paolella è il primo omicidio ‘organizzato’ da Prima Linea, a più di due anni dalla costituzione del gruppo. Suoi militanti si erano resi responsabile dell’uccisione di un dirigente missino a Milano, Enrico Pedenovi, nell’aprile del 1976, e di un poliziotto a Torino, Giuseppe Ciotta nel marzo del 1977. In entrambi i casi si era trattato di rappresaglie per l’uccisione di militanti comunisti del Movimento.

FONTE: Scheda archivio Per non dimenticare

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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